Castellanza, sindacati pensionati contro il Comune: no alla convenzione Humanitas

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CASTELLANZA – I sindacati dei pensionati “affondano” la convenzione tra il Comune di Castellanza e la clinica Humanitas Mater Domini per le prestazioni ambulatoriali scontate riservate ai cittadini castellanzesi. Le segreterie provinciali di SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL vanno all’attacco dell’amministrazione comunale (civica ma sostenuta dal centrosinistra) guidata dal sindaco Mirella Cerini: «I cittadini che non possono permettersi di accedere a pagamento, nemmeno grazie allo sconto ricevuto, come possono essere aiutati? Cosa fa l’amministrazione comunale per loro? Vogliamo ribadire, come sindacato, che la sanità privata debba svolgere un ruolo integrativo e non sostitutivo del servizio pubblico».

La nota dei sindacati pensionati

Anche quest’anno ci risiamo, apprendiamo dagli organi di stampa che il Comune di Castellanza ha rinnovato la convenzione con Humanitas Mater Domini S.P.A. affinché i cittadini di Castellanza (ovviamente solo loro) abbiano un trattamento privilegiato per le prestazioni ambulatoriali in regime privato.
Ancora una volta si prendono in considerazione le sole prestazioni a pagamento che inevitabilmente riguardano solo chi può permettersele. Ci domandiamo: i cittadini che non possono permettersi di accedere a pagamento, nemmeno grazie allo sconto ricevuto, come possono essere aiutati? Cosa fa l’amministrazione comunale per loro? Vogliamo ribadire, come sindacato, che la sanità privata debba svolgere un ruolo integrativo e non sostitutivo del servizio pubblico.
Rispetto alle 90 mila visite erogate annualmente, da dichiarazioni Humanitas – Mater Domini, ci chiediamo quante di queste siano state erogate in regime convenzionato con il S.S.N. e quante in regime privatistico?
Il sindacato confederale, unitamente alle categorie dei pensionati e dei settori pubblici stanno chiedendo – da tempo immemore – a Regione Lombardia di stanziare risorse per la sanità pubblica e potenziare l’erogazione dei servizi per garantire in modo universale il diritto di accesso alle cure. Stiamo combattendo ogni giorno contro le disuguaglianze che penalizzano i più deboli e i più poveri chiedendo al Governo di tornare ad investire sulla sanità (non sui muri o su scatole vuote ma su medici, infermieri, tecnologie etc..) dopo svariati anni di tagli che hanno evidenziato, anche nella ricca Lombardia, tutti i loro limiti emersi proprio nel periodo pandemico.
Dal Comune di Castellanza, dalle Istituzioni, dai Sindaci e dalla Politica ci aspettiamo azioni soprattutto a difesa del sistema sanitario universale e della costruzione della rete territoriale sanitaria e sociosanitaria; azioni quindi che non alimentino ulteriori differenziazioni, tra i cittadini di una regione, di una provincia o di un comune, a seconda delle diverse opportunità locali, che favoriscono di fatto l’accesso a cure e prestazioni sanitarie a pagamento.
Occorre operare – anche istituzionalmente – affinché gli attuali tempi di attesa non costringano i pazienti a rivolgersi alla sanità privata sostenendo di tasca propria i costi di una sanità che invece DEVE essere garantita a tutti.
L’accordo del Comune di Castellanza rischia di essere l’ennesimo atto che ancora una volta va a favorire la sanità privata, in nome di una proclamata “libera scelta” che, di questo passo, sarà sempre meno libera e più obbligata e crea un ulteriore diseguaglianza tra i cittadini.

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