Chamois, festival all’ombra del Cervino

La kermesse “Alt(r)i Ascolti” con ingresso gratuito nell’unico comune italiano senza automobili

Lago Lod (foto Johnny Servodidio)

All’ombra del Cervino, Chamois vanta due primati: è il comune più alto della Valle d’Aosta, a 1815 metri d‘altitudine ed è l’unico comune italiano senza automobili: una decisione presa con un referendum nel 1955. Si tratta di una vera oasi di pace e di relax che può essere raggiunta esclusivamente in funivia o a piedi. Chamois è un caso unico in Italia che fa di questo piccolo borgo un’oasi di serenità, natura, silenzio e tranquillità: qui non esiste il traffico, non ci sono auto né motorini, niente rumori, niente smog.

Chamois è riuscita a mantenere nel tempo le sue tradizioni che ritroviamo nell’architettura rurale con la presenza dei rascard, nella lingua francoprovenzale (patois), tipiche costruzioni con la base in pietra e il piano superiore in legno. Alcuni sono rimasti ancora “come una volta”, con la stalla e il fienile, altri sono stati restaurati e a volte riconvertiti in bed and breakfast, in qualche caso sono diventati edifici d’avanguardia con soluzioni energetiche sostenibili che fanno di Chamois uno stimolante laboratorio di architettura a cielo aperto.

Chamois (foto Rita Margaria)

Sono circa 100 i residenti. In paese c’è un solo negozio, rifornitissimo, dove si trova di tutto, dal latte fresco agli scarponi da montagna. Due bar, tre ristoranti nel raggio di 100 metri o poco più. Il punto di ritrovo è la piazza del paese su cui si affacciano il municipio, la chiesetta, strutture ricettive e commerciali, le stazioni di partenza e arrivo dei principali impianti di risalita e della moderna teleferica per il trasporto delle merci. Dalla piazza si diramano a stella i sentieri che portano alle frazioni, ognuna con la propria fontana in pietra e le case ben curate, e ai percorsi escursionistici.

Dal 24 al 27 agosto c’è una ragione in più per recarsi a Chamois: va in scena infatti la terza edizione del Festival “Alt(r)i Ascolti”, cinque concerti outdoor rigorosamente senza amplificazione. Quattro i temi principali: ascolto, acqua, pulizia, elettronica. Il programma include incontri anche passeggiate, plogging, giochi per i più piccoli. L’ingresso è gratuito.

«Il contatto con la natura riduce lo stress e migliora l’umore – spiega Cristiana Marchese, presidente dell’associazione Insieme a Chamois -. Abbinato alla musica, alle passeggiate, ad attività intelligenti come il plogging, il suo potere benefico cresce in modo esponenziale. Alt(r)i Ascolti è questo, nel contesto straordinario di Chamois, che è un enorme patrimonio in termini di salute. Ma il festival è anche l’occasione per riflettere sulle strategie di sviluppo di piccoli comuni che devono coniugare la difesa dell’ambiente con la vitalità economica e sociale». L’ascolto è il filo conduttore di giovedì 24: apre il Festival Martin Mayes, scozzese di nascita, ha iniziato la carriera nell’ambiente sperimentale della Londra degli anni 70 sviluppando un approccio eclettico e multi-disciplinare alla musica. Il City of London Festival l’ha descritto come “Architetto dell’immaginazione musicale”. A Chamois con lui i bambini scopriranno le note della natura e della musica in una performance sulla meraviglia del suono e l’epifania dei colori della musica. Segue un concerto di immagini e astrazioni spirituali evocate dalla fisarmonica di Stefano Arato. Ogni brano sarà preceduto da una improvvisazione basata sulle suggestioni della compositrice Pauline Oliveros.

Lago Lod (foto Italo De Benedittis)

L’acqua è il tema di venerdì 25: accompagnati dalla guida ambientale Antoine Casarotto, si potrà salire al Lago Lod (dislivello 150 m), uno degli angoli più caratteristici di Chamois, uno specchio d’acqua a 2.000 metri di quota circondato da una vasta pineta. Durante la passeggiata saranno illustrate le caratteristiche geologiche della conca di Chamois e della Valtournenche. Nel pomeriggio il liuto oud e la percussione def nel concerto di Ziad Trabelsi e Simone Pulvano esploreranno un paesaggio sonoro che evoca la dimensione del rito e della tradizione attraverso linguaggi e culture che hanno influenzato il maghreb e il mashreq nei secoli, dall’antichità ai giorni nostri. A fine giornata Francesco Vallerani, docente di geografia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove è il responsabile della Cattedra Unesco «Acqua, Patrimonio e Sviluppo Sostenibile», discuterà di come cambiamento climatico e acqua siano fortemente interconnessi, esplorando il ruolo anche identitario dei paesaggi d’acqua in montagna e i principali rischi a cui sono esposti ampi settori alpini, prealpini e appenninici.

La pulizia è il leitmotiv di sabato 26: il primo appuntamento è con il plogging per contribuire a pulire l’ambiente nel territorio di Chamois, accompagnati da volontari di Valle Virtuosa e Legambiente con successiva disamina di ciò che è stato raccolto e suggerimenti per un consumo responsabile. Un’iniziativa di sostenibilità, un’azione di pulizia contribuirà a tessere relazioni e al benessere fisico dei partecipanti e che restituirà integrità al territorio dopo l’intenso periodo turistico estivo. Sarà poi proiettato il film The Peace Runner: keep clean and run for peace che vede protagonista l’attivista ambientale Roberto Cavallo. Il concerto della soprano giapponese Ayumi Togo e la violinista Irenè Fiorito presenterà parte dei bellissimi Kafka Fragmente di Kurtág, 40 frammenti estratti dai diari, dalle lettere e da un testo postumo che Kurtág ha raccolto negli anni. I frammenti abbracciano l’intero spettro dell’esperienza umana, dalla più profondamente esistenziale alla più ironicamente banale.

L’elettronica chiude il Festival domenica 27: al mattino la passeggiata dal titolo “La radio che cammina” con lo scrittore e giornalista Carlo Infante, grande conoscitore del territorio per aver vissuto 15 anni, durante la quale si sentiranno al telefono i protagonisti dell’innovazione digitale in Valle d’Aosta e gli autori del libro Performing media, un futuro remoto. Seguirà il coro polifonico Novi Cantores Torino, un ensemble vocale composto da giovani coristi provenienti da diverse realtà piemontesi, in un programma che racchiude alcuni dei più importanti compositori per coro dal ‘900 a oggi, e infine la musica elettronica di Guglielmo Diana, giovane compositore e sound designer, torinese, che ci porterà tra atmosfere concrete di suoni registrati e sintetici.

www.insiemeachamois.it