Civati (PD): «Varese città aperta. La visione della Lega è superata»

varese stazioni masterplan civati binelli

VARESE – Il cantiere delle stazioni e il masterplan delle aree private limitrofe, che si estendono da Giubiano fino a viale Belforte e via Carcano, cambieranno inevitabilmente Varese. Ma dietro ai grandi progetti, che fanno (e faranno) discutere e si prendono anche una pagina sul Sole24 ore di ieri (lunedì 3 agosto), c’è anche lo scontro tra visioni differenti della città.

Un confronto importante, che l’esito della votazione sul masterplan, durante il consiglio di qualche settimana fa, ha cristallizzato ma non sviscerato. E che l’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati, intervenendo sul cantiere avviato e sullo studio urbanistico realizzato, mette sul piatto.

Binelli e la Varese che non c’è più

«Abbiamo rimesso in movimento Varese – dice Andrea Civati – Secondo la nostra visione di città. Che vogliamo sia più aperta sotto tutti i punti di vista: urbanistico, infrastrutturale, ma anche sotto il profilo del vivere quotidiano. Il progetto delle stazioni e la visione delineata con il masterplan va infatti a risolvere questioni aperte da decenni, punta sul recupero di zone ed edifici dismessi e va a sanare una serie di fratture urbanistiche tra i diversi quartieri. Oltre a cambiare gli scenari futuri: penso all’intervento di realizzazione di uno studentato che avrà importanti ricadute anche sulla castellanza di Biumo. Ciò significa consolidare la presenza dell’università, ma anche ridurre la distanza, non solo fisica, tra il mondo degli universitari è la vita anche economica della città». Una visione, quella dell’amministrazione Galimberti, che in consiglio è passata nonostante le perplessità in seno alla maggioranza stessa e la bocciatura di Forza Italia e, soprattutto, della Lega.

«Non succede quasi mai che dai banchi delle opposizioni ci risparmino critiche – varese andrea civati urbanistica pddice Civati – Ognuno però interpreta la politica come meglio crede. Personalmente cerco sempre cogliere gli spunti delle minoranze, come accaduto per una serie di osservazioni fatte dai consiglieri della Lista Orrigoni. Il no oltranzista della Lega però non mi sorprende. Il mio predecessore Fabio Binelli è arroccato su posizioni molto conservatrici, che fanno riferimento alla visione di una città che non esiste più ed è rimasta ferma per troppi anni. Del resto lui è stato protagonista della visione urbanistica degli ultimi 10 anni, e di quello che è stato fatto. Ma, soprattutto, di quello che non è stato fatto».

Rompere l’isolamento

Ricondurre  la questione a un derby politico tra Civati e il suo predecessore leghista Binelli sarebbe davvero riduttivo, vista la partita urbanistica aperta. L’assessore piddino alla partita, infatti, allarga subito il discorso: «Non si possono, infatti, “leggere” in maniera slegata il cantiere delle stazioni, il masterplan e i progetti per migliorare l’accessibilità alla città sia nella zona della nuova Esselunga, sia in largo Flaiano. Sono tutti interventi che puntano a collegare Varese con il resto del territorio, dopo che per anni è rimasta rinchiusa su se stessa».
Per poi concludere: «Noi vogliamo riportare  le persone a vivere e a investire a Varese, confortati anche dal fatto che questa è un’esigenza che arriva dai cittadini: solo qualche giorno fa abbiamo incontrato i proprietari delle aree interessate dal masterplan e loro stessi ci hanno manifestato la volontà a intervenire. E il primo passo che rafforzerà questo cambiamento rispetto al passato saranno proprio le demolizioni di alcuni edifici da troppo tempi fatiscenti; certo, il percorso è ancora molto lungo, ma il processo è ormai avviato».

varese stazioni civati binelli – MALPENSA24