Il Fratello civico Colombo: «Tra Fidanza e Mantovani io sono l’underdog totale»

VARESE – Politicamente è la “creatura” più strana, “diversissimo” direbbe lui, in ballo in questa campagna elettorale per le Europee. Un Davide (di sessant’anni da ieri, sabato 25 maggio) in un collegio elettorale da Golia.

Sindaco di Daverio, paese della Valbossa che conta si e no 3mila anime. Imprenditore a Crosio della Valle, centro ancora più piccolo. Appassionato di politica da sempre, tanto d’aver un’esperienza “quattro stagioni” in partiti o aree di pensiero differenti. Nell’era (politica) contemporanea è tra i fondatori di Eupolis. E nel qui e ora è uno dei candidati al parlamento europeo con Fratelli d’Italia. Civico di giorno, politico di sera. In senso lato, of course.

Marco Colombo, sorriso largo e mano che si allunga per stringere quella dell’interlocutore quando lo incontri, è tutto questo. E forse la vera impresa elettorale è tenere insieme ogni sfaccettatura, ogni sfumatura. Se poi riuscirà anche a convincere (oltre ai voti già dati sicuri) due persone su dieci delle tante che dice di incontrare ogni giorno, significherà aver fatto Bingo

Salita e sneakers

Al momento la “sua” Strasburgo non sta nel Nord-Est della Francia, bensì in cima al K2. E lui sa che deve compiere una scalata con un paio di sneakers ai piedi. E con quel che gli mette a disposizione un partito che presenzia (spesso alle sue iniziative ci sono il presidente provinciale Andrea Pellicini, l’assessore Francesca Caruso, il gallaratese omonimo Marco Colombo, l’europarlamentare in gioco Carlo Fidanza e Chiara Valcepina), promette, ma nessuno sa (tra i Fratelli, Colombo è un esordiente) se manterrà.

Al momento i meloniani varesini, in questa romantica scalata, gli hanno messo a disposizione Salvatore Marino: mezzo sherpa (accompagna Colombo ovunque) e mezzo pit bull (se il candidato “tira il fiato” con qualcuno di altri gazebo, Marino lo richiama all’ordine e lo marca a uomo meglio di Claudio Gentile di trapattoniana memoria).

Le armi del Fratello civico

Il resto lo mette Marco Colombo. La sua famiglia, presente anche ieri sera alla festa di compleanno elettorale al Palace, con oltre 100 persone ai tavoli. Sindaci e amministratori: un buon numero, quasi tutti quelli che gravitano nell’area Eupolis e non solo i civici di altra estrazione. Un gruppo di esponenti attivi nelle associazioni di categoria, in particolare quelli di Aime e imprenditori. Un mondo trasversale insomma, che ai momenti imprenditorial-social-politici organizzati dal sindaco di Daverio (uno su tutti Alpi Food), ha sempre risposto mettendo da parte i gonfaloni di appartenenza. Certo, nella cabina elettorale è tutta un’altra cosa. E se nemmeno Stalin riusciva a sbirciare il voto della gente, figuriamoci il sindaco di Daverio.

All in su due tavoli

Lui sa che questa sua candidatura è un all in. Su due tavoli però. Perché nessuno in Fratelli d’Italia gli ha chiesto di essere eletto a tutti costi (figuriamoci, la concorrenza è ricca, ricchissima). Nemmeno Giorgia Meloni, che alla recente Fiera del Made in Italy a Milano ha conosciuto la persona e apprezzato quel che produce nell’azienda di famiglia: i salumi. Quindi l’europarlamento è e potrebbe restare il grande sogno.

Però c’è la seconda puntata. Da giorni, infatti, è scattato il toto “bottino preferenze”. Anche su Colombo. “Quante ne prende il Cervelè?”. Nessuno riesce a pesarlo con precisione. Primo, scrivere il nome sulla scheda oggi più di ieri è diventato un peso per l’elettore che preferisce mettere una croce e via. Secondo: non ci sono parametri passati di riferimento.

Una soglia da superare abbondantemente però c’è. Arrivati lì, il resto è tutto grasso che cola. Il numero è quello fatto registrare da Giuseppe De Bernardi Martignoni, il più votato dei Fratelli alle ultime Regionali: 3.268. Nel caso in cui dovesse andare oltre quell’asticella (e magari avvicinarsi ai 5 mila voti, che vorrebbe dire sommare anche le preferenze regionali di Francesca Caruso assessore), Marco Colombo, tesserato da nemmeno un anno, sarebbe il Fratello varesino più votato negli ultimi 18 mesi e forse di sempre fino a questo momento. A quel punto dentro al partito non potrà più essere snobbato come il “Calimero”. E lui dovrà giocare la sua partita. Forse la vera partita.

Tanto che quando gli si chiede: “Tra i giganti Mario Mantovani e Carlo Fidanza lei sarà il terzo incomodo?”; lui risponde: «Io porto acqua al mulino. Sono un underdog. Un underdog totale». Insomma, l’Europa è una tombola, ma la vera scommessa (dove una scelta l’ha già fatta) è quella sulla sua nuova casa politica. Sarà l’ultima?

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