Da Busto sfida al vertice di Fratelli d’Italia per la candidatura di Checco Lattuada

busto checco lattuada

BUSTO ARSIZIO – Sulla candidatura di Checco Lattuada (nella foto) nessuno si sbilancia e nessuno osa fare una previsione di come andrà a finire la vicenda. Perché una cosa è certa: la partita ormai si disputa a un livello superiore, quello nazionale. E tutti i Fratelli stanno cercando di capire chi tra Daniela Santanché ed Emanuele Antonelli uscirà vincitore. Poiché è chiaro che la lettera del sindaco di Busto, inviata al coordinatore regionale, ha fatto detonare la situazione e dato vita a un braccio di ferro con i vertici del partito.

Sfida ai capi

Sono in tanti in Fratelli d’Italia (a microfoni spenti, sia chiaro) a definire l’azione di Antonelli un azzardo. Un’entrata a gamba tesa che ha indispettito tutti e allo stesso tempo complicato la composizione della lista. Un capolavoro politico all’incontrario, insomma. Ma il sindaco di Busto, pur essendo commercialista nella vita, non è uno che sta lì a fare i conti quando di mezzo c’è una questione di principio o un argomento che ritiene di difendere a spada tratta. Poco gli importa se deve incrociare le armi con chi sta più in alto di lui. Antonelli non teme nessuno. Lui forza la mano e tira dritto. E non importa se la richiesta esplicita di candidare alle regionali Checco Lattuada ha mandato in fibrillazione il partito e indispettito persino il presidente regionale di Fratelli d’Italia Daniela Santanché. Sta di fatto che in provincia i militanti ora stanno a guardare per capire quale piega prenderanno gli eventi. Nella speranza che a nessuno parta la brocca prima della doppietta elettorale alle porte: elezione del presidente della Provincia (che lo vede protagonista, tra l’altro) a fine gennaio e regionali il 12 febbraio.

Checco o i “Santa boys”?

I ben informati dicono che mentre Antonelli “va in pressing” per candidare Lattuada, Daniela Santanché spinge per la nouvelle vague rappresentata da Edoardo “Dudi” Franchin. Il giovane Fratello di Cassano a sua volta è sostenuto dal consigliere comunale di Fagnano Federico Fasolino, politicamente molto legato al ministro del Turismo. E se così fosse è evidente che la partita delle candidature con la forzatura di Antonelli si è trasformata in un braccio di ferro. «Pericoloso per il partito», dice qualcuno. Che aggiunge: «Quando il sindaco di Busto lascia intendere azioni eclatanti a fronte di un eventuale esclusione di Lattuada è evidente che pone un pesante aut aut politico. Davanti al quale il regionale ha giustamente scelto di passare la parola a Roma».

E così la partita Lattuada si gioca nella Capitale. E in attesa che chi di dovere sciolga il “nodo candidati”, tutti i “cavalli” corrono e nutrono ambizioni. Fino a metà della prossima settimana quando verrà svelato l’arcano e almeno due dei quattro nomi in ballo (Checco Lattuada, Dudi Franchin, Luciano Lista e Luigi Melis) per due posti rimasti (Martignoni e Zocchi vengono dati per sicuri in lista) dovranno giocare la campagna elettorale da portatori d’acqua. E non da protagonisti poiché tagliati fuori.