Dalla pistola ai pistola della politica

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Il deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo

di Gian Franco Bottini

Gli Umarells sono in fermento. Si stanno aprendo, in tutta la provincia, i cantieri PNRR e l’impegno per loro sarà grande. Consigliamo ai nostri sindaci di non sottovalutare il momento e di prendere in considerazione l’opportunità di accordi preliminari (tipo tavolo di confronto sindacale) con gli Umarells di competenza nel loro territorio, al fine di evitare la prevedibile cascata di “scassamenti di c…..” che i nostri amici si sentiranno in dovere di fornire, in conseguenza della loro oramai riconosciuta funzione nazionale di “controllori civici”.

Nel frattempo, in attesa che i cantieri procedano oltre le fasi preliminari e ci sia “ciccia” per intervenire, i nostri  hanno ancora spazio per discussioni e giudizi sulla cronaca quotidiana, che in queste settimane non ha certo risparmiato degli spunti. Ascoltarli è sempre motivo di riflessione e spesso anche di divertimento, come le opinioni sulla richiesta di “andare a far pipì” della Meloni, durante l’interminabile conferenza stampa, che è stata vista da molti con simpatia, per la sua genuinità, e con sarcasmo da altri: “è stata costretta finalmente a dichiarare la sua normalità”.

Questi ultimi, con riferimento al noto fattaccio di tale onorevole Emanuele Pozzolo (il pistolero biellese) fingevano anche di informarsi se durante la sua conferenza stampa la Meloni avesse chiarito ai suoi sodali che la dotazione personale di ognuno di loro può essere “olio di ricino e manganello” ma non ancora una pistola. Battuta un po’ pesante, ma in parte giustificata da numerosi episodi revanscisti, fioriti recentemente sul territorio nazionale.

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Gian Franco Bottini

L’episodio di cui sopra non può comunque essere liquidato con una più o meno accettabile battutaccia, al punto che la stessa Meloni è intervenuta con la richiesta di sospensione del suo deputato, in attesa di conoscere la dinamica delle cose che potrebbe generare provvedimenti più pesanti, sicuramente dal punto di vista politico ma anche legale.

La tempestività dell’intervento della Premier è sicuramente encomiabile anche se probabilmente legata alla poco significativa identità del soggetto interessato (Capezzone lo ha definito “un pistola”), visto che analoga premura non si è dimostrata (e sarebbe stata ben più significativa) in occasione di altri incidenti di percorso riguardanti ben più nobili Fratelli.

Viene naturale domandarsi, con una certa preoccupazione, perché un deputato della Repubblica sentisse la necessità di presentarsi ad una normale festa di capodanno munito di un’arma da esibire alla stregua di un qualsiasi ”guappo” di periferia. Preoccupante se ci fosse una motivazione, ancor più preoccupante si trattasse di leggerezza. Francamente c’è da augurarsi che il caso sia il secondo, anche se a questo punto vien facile domandarsi come i partiti selezionino i loro rappresentanti e come questi possano, come dovrebbero, essere da esempio, interpretando a loro volta la funzione di rappresentanti dei loro elettori.

La risposta non è difficile e con tutto il rispetto (si fa per dire), il problema della inadeguatezza qualitativa di certi parlamentari si verifica ogni qualvolta un partito sbuca dal nulla (o dal poco) con risultati insperati ed eclatanti, figli della leggerezza degli elettori che, sull’onda del “proviamo anche questi”, mettono in luce la pochezza qualitativa dei partiti stessi, quasi fossero impreparati al successo e avessero confezionato delle liste con dei disponibili anche se improbabili “riempilista”. E il crescente astensionismo gioca la sua parte. Successe ai tempi con la Lega, poi con i Pentastellati ed oggi con FdI, che, malgrado la sua storia, sta dimostrando, ai vari livelli, carenze che la stessa premier Meloni fatica a sottacere.

Preoccupa anche il fatto che nei vari tentativi di giustificazione sbuchino frasi come “ogni deputato dovrebbe portare una pistola” oppure affermano il diritto di ogni “persona per bene” di portare un’arma per difendersi (Capezzone). Sembrano incentivi a tornare agli anni ‘70/’80 quando, all’epoca dei sequestri di persona, portare una pistola nel borsello, che allora andava di moda, era quasi diventato uno status symbol da esibire per dimostrare di essere qualcuno.

Si parla tanto con giusta preoccupazione di Intelligenza Artificiale e si tenta di esorcizzarla illustrando tutti i vantaggi che ne deriveranno; speriamo che fra questi, seppur artificiale, in qualche modo essa riesca a sopperire anche a quel po’ di intelligenza umana che pare in questo momento stia venendo a mancare.

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