De Piscopo, Moroni e Bonaccorso in concerto al Teatro Sociale di Busto Arsizio

Di Davide Ielmini

BUSTO ARSIZIO – Gli artisti sono ambasciatori di bellezza, ma anche profeti. Come lo era Pino Daniele, che muoveva voce e accordi sulla sottile linea della vita. Come lo è Tullio De Piscopo, che attraverso il lungo sodalizio con Daniele ha lasciato tracce indelebili di una storia che non è fatta solo di note ma anche di magia. Un nastro che ancora oggi si avvolge e riavvolge senza mai incepparsi nel ricordo di quei primi anni Ottanta sui titoli, mai dimenticati, di “Vai mò”, “Bella ‘mbriana”, “Sulo pe’ parlà”. Un incontro di esperienze e di affetti comuni, di jazz che modella la canzone popolare e di pop che si innamora di ritmi sincopati, sfumature percussive, richiami antichi che danno nuovi accenti alla modernità. Accade anche in “Quando” e “Je so’ pazz” e in “Jazz Piano”, disco d’esordio di Dado Moroni che, proprio nel 1980, vede alla batteria De Piscopo e Julius Farmer al basso e, l’anno dopo, in “Bluesology”. Dado non ha ancora compiuto vent’anni, ma già condivide con De Piscopo un principio che li porterà sempre più lontani: la musica è solo un’altra parola per dire libertà.

E da qui si partirà sabato 1° ottobre al Teatro Sociale di Busto Arsizio (ore 21, ingresso a euro 10; gratuito per gli under 26), con il cartellone di Eventi in Jazz. Sul palco, Tullio De Piscopo alla batteria con Dado Moroni al pianoforte e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Tre giganti del jazz italiano, che con i grandi (anche del pop e della musica etnica mondiale) hanno suonato, pronti a rendere omaggio a Pino Daniele e alle tradizioni musicali delle città nelle quali sono nati, o dalle quali sono stati adottati: la Genova di Moroni, l’Imperia di Bonaccorso e la Napoli di De Piscopo. Ovviamente, non mancherà Milano: la nuova patria nella quale Tullio si è trovato dagli anni Settanta. Una città, dice lui, che «mi ha dato tutto». E alla quale De Piscopo ha dato tutto, scrivendo alcune fra le pagine più belle di quell’humus artistico dove Enzo Jannazzi e Giorgio Gaber, solo due esempi, si muovevano come gatti. Come un ritmo binario terzinato rock. Dopo, arriverà “Na-Mi-Ma”. La ricerca della bellezza è ricerca di umanità.

Ed è questo che si portano dentro i tre di scena sabato 1° ottobre: il groove, il ritmo e il feeling. Evergreen del jazz, e canzoni che hanno accompagnato generazioni lontane e vicine, legano questo trio nel quale la linfa musicale scorre, nutre e contagia con quella spontaneità che appartiene solo a chi sa quanto il verbo “suonare” funziona meglio se tradotto in inglese. Play, nel senso esteso di giocare, è ciò che accomuna i tre: virtuosismo e celebrazione del divertimento sono un tutt’uno. Per svelare quel segreto che ha reso inimitabile e unica la collaborazione tra De Piscopo e Pino Daniele: contaminare la musica, renderla viva, trasmetterla agli altri nel modo più naturale possibile. Musica capace di educare il pubblico ad un ascolto pieno e soddisfacente. Che non svanisce una volta usciti dalla sala.