Derivati, BaC: «Costati in spese legali più del Borri. Speriamo che sia finita qui»

BUSTO ARSIZIO – «Derivati, speriamo che lo “spargimento di sangue” sia finito qui. E che non arrivi un’altra mazzata di spese legali anche dal Tribunale di Milano». Ad intervenire sull’ennesimo capitolo della “saga” dei derivati del Comune di Busto Arsizio – arrivato con un’altra sentenza che dà ragione a Deutsche Bank – è il movimento Busto al Centro, che imputa al sindaco Emanuele Antonelli, ma anche alla sua maggioranza, le responsabilità di una «seconda sconfitta. Che, questa sì, si poteva proprio evitare».

«Spargimento di sangue»

«Speriamo che questa sia la fine della storia, perché non si capisce dove si voglia andare a parare» sostiene il gruppo civico guidato in consiglio comunale da Gianluca Castiglioni, che rivendica di aver «più volte sollevato il problema in consiglio senza trovare seguito dagli altri gruppi di minoranza». Una vicenda «già costata alle casse comunali più dell’ex Calzaturificio Borri – fanno notare i centristi – circa 4,5 milioni di euro, che sono 9 miliardi delle vecchie lire. Uno spargimento di sangue. A questo punto meglio fermarsi».

Mazzata-bis?

E invece è arrivata una nuova sentenza, quella del Tribunale di Milano che ha riconosciuto la validità in Italia della sentenza della High Court of Justice di Londra. E BaC attacca ancora: «Non si capisce – perché su questo nessuno ci ha mai risposto in consiglio – che risultato avrebbe potuto raggiungere questo ricorso alla giustizia italiana. L’auspicio è che non ci accollino anche le spese legali di questa sconfitta, con tutto quel popò di team legale che ha messo a punto Deutsche Bank, perché sarebbe un’altra mazzata. E la speranza è che non ci si inventi qualcos’altro e che sia finito questo spargimento di sangue. Perché poi il sindaco ha una bella faccia tosta a dire ai cittadini di non chiedere troppo quando ha buttato via soldi, e non si capisce per cosa, per questo maxi-contenzioso legale».

«Approccio sbagliato»

Sì, perché Busto al Centro ribadisce ancora una volta la convinzione che «è stato sbagliato l’approccio» all’intera vicenda da parte dell’amministrazione: «I derivati sono operazioni che in quegli anni erano assai diffuse – sostengono i civici centristi – le hanno fatte decine di comuni, ma non tutti sono finiti nel tunnel dove siamo finiti noi. Il problema è l’approccio seguito dal Comune di Busto: continuiamo a credere che la transazione potesse essere la strada più ragionevole, invece di minacciare cause e sospendere i pagamenti, ma anche che probabilmente il supporto legale individuato non sia stato adeguato alla circostanza. Di certo avrebbe dovuto segnalare che a Londra, se perdenti, avrebbero accollato al Comune spese legali da noi inimmaginabili. Crediamo che il sindaco stesso non volesse crederci quando sono emerse le cifre dell’impegno chiesto al Comune».

La “lezione” dei derivati

Una lezione, secondo BaC: «Sarebbe bene tenere sempre presente, nel dare-avere di questa amministrazione, anche questo tipo di situazioni, probabilmente dovute all’inesperienza iniziale. A noi spiace far notare che, se anche la maggioranza e una parte della minoranza avessero seguito la logica del buonsenso e detto la loro al momento opportuno, e se qualcuno in maggioranza avesse aiutato il sindaco, che spesso dà l’impressione di accentrare su di sé certe decisioni, a ragionare in modo un po’ più approfondito, forse avremmo evitato perlomeno questa seconda sconfitta in Tribunale».

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