Disboscamento a Cardano, l’assessore Marana: «Colpa del Parco del Ticino»

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CARDANO AL CAMPO – L’accusa è circostanziata e proviene da un rappresentante della giunta comunale. La colpa dello scempio ambientale in atto all’area feste di via Carreggia a Cardano, con la distruzione di un vero e proprio parco con fusti alti anche più di 30 metri, «è del Parco del Ticino». A dirlo è l’assessore all’Urbanistica Angelo Marana, segretario della Lega di Cardano. Secondo lui, il responsabile è dunque proprio l’ente che dovrebbe tutelare il patrimonio naturalistico sul territorio attorno a Malpensa.

La competenza è del Parco

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Angelo Marana

«L’ area feste è di competenza del Parco del Ticino, il quale ha espressamente segnato tutte le piante che andavano abbattute», scrive Marana sui social, rispondendo alla pioggia di critiche piovute addosso all’amministrazione Colombo (Lega, Fratelli d’Italia, Civici per Cardano). «Lo scopo era quello di mettere in sicurezza l’ area. Lo stesso Parco ci ha fatto presente che se negli anni scorsi chi ci ha preceduto avesse fatto una manutenzione del verde lo “scempio” che voi definite non ci sarebbe stato. Tutto è documentato e quindi la risposta al consigliere Vincenzo Proto (Progetto Cardano) verrá puntualmente data al prossimo consiglio comunale». Prosegue l’assessore: «Faccio altresì notare che se l’amministrazione avesse deciso di mantenere le piante dopo che l’ente del Parco aveva dato disposizioni per il loro taglio, in caso di danni o infortuni il Comune ne avrebbe risposto in prima persona. Credo quindi che continuare a gridare “al lupo al lupo” senza essersi informati a priori sia solo deleterio. I consiglieri comunali hanno di diritto l’accesso agli atti, bastava venire in Comune a documentarsi».

Verifiche in corso

Naturalmente le giustificazioni di Marana e lo scarico di responsabilità sul Parco del Ticino non convincono la lista di opposizione “Progetto Cardano” che ha già preso contatti con la sede di Magenta per andare a fondo della questione, un disboscamento grave che secondo loro non può rimanere impunito, fosse anche soltanto sotto il profilo politico. Tirato in ballo dalle accuse di Marana, interviene anche l’ex sindaco Angelo Bellora, facendo notare le evidenti contraddizioni contenute nella tesi della maggioranza: «Quindi, ricapitolando: 1) il Parco avrebbe segnato tutte le piante come da abbattere? 2) sempre secondo il Parco non sarebbe stato possibile fare una manutenzione, leggasi potatura, su nessuna delle piante? 3) c’è o no un progetto di riqualificazione dell’area, che preveda l’estirpazione dei ceppi e la ripiantumazione di nuove essenze, magari non i cosiddetti “astoni” cioè piante di 1 o 2 anni, ma esemplari già formati, quindi di almeno 5 anni? E, in senso affermativo, c’è anche il progetto di manutenzione, con i relativi fondi, per i primi anni di rimboschimento, come viene chiesto dal Parco ai cittadini che fanno compensazioni dopo disboscamenti?». Sono risposte a cui, naturalmente, l’assesore Marana non ha più risposto, limitandosi a dire: «Troverai risposta nel prossimo consiglio comunale. Io non ho le competenze del Parco: Se mi dice di tagliarle, taglio».

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