Diventare mamma e papà, la genitorialità nel ciclismo del terzo millennio

ciclismo mamme papà

Il mondo dello sport sta cambiando e da qualche anno diventare madre e allo stesso tempo essere atleti di alto livello non è più un tabù. Di esempi ne abbiamo già avuti diversi ed è impossibile non ricordare Maria Canins, soprannominata la “mamma volante”, mentre vinceva il Tour de France con la figlia Concetta vicino al podio, oppure intenta a rilasciare interviste con la maglia tricolore tenendo la piccola in braccio. Arrivando ai tempi più moderni, troviamo Marta Bastianelli, che di gare ne ha vinte veramente tante e lo ha fatto anche dopo essere diventata mamma. Nel 2014 infatti è nata Clarissa e due mesi dopo il lieto evento, era tornata a correre ottenendo due bronzi ai campionati italiani della pista, nel kerin e 500 metri a cronometro. Poi nel 2018 è arrivato il titolo europeo su strada e nel 2019, ha conquistato anche il Giro delle Fiandre.

Ma se la donna porta avanti la gravidanza, l’uomo vuole essere presente nel momento del parto e, alla vigilia dell’ultimo Tour de France, aveva fatto discutere la notizia che Wout Van Aert avrebbe lasciato la corsa gialla in caso di nascita del suo secondo genito. Il 21 luglio è nato Jerome Van Aert e tutti, nel mondo dello sport e non solo, hanno fatto le congratulazioni al campione che aveva lasciato la corsa per non perdersi il momento della nascita di suo figlio.

Oggi abbiamo atlete, che come modelle si fanno fotografare mentre mostrano il loro pancione, oppure mentre sono intente ad allattare, a dimostrazione che anche lo sport ha deciso di cambiare e la maternità, così come la paternità, sono un arricchimento nella vita dello sportivo.

In questi giorni Ellen Van Dijk, campionessa mondiale in carica a cronometro, ha pubblicato delle foto mentre indossa la maglia iridata, che mette in evidenza il suo pancione. Infatti la ciclista delle Lidl-Trek tra 8 settimane sarà finalmente mamma, ma ha già fatto sapere che appena possibile tornerà a gareggiare. La Van Dijk non è la prima atleta della squadra a diventare mamma, perché prima di lei c’è stata Lizzie Deignan che dopo la nascita della prima figlia, nel 2019 è tornata a correre e a vincere conquistando il Women’s Tour e poi nel 2021, ha vinto la prima edizione rosa della Parigi-Roubaix. Nel 2022 la Deignan è diventata mamma per la seconda volta e quest’anno è tornata a correre tenendo il passo delle altre atlete del gruppo. Da pochi giorni sono diventati genitori anche i due ciclisti israeliani Guy Sagiv e Omer Shapira. Sia Omer che Guy, entrambi campioni nazionali, sono stati i primi ciclisti israeliani a correre e a portare a termine il Giro d’Italia e oggi si mostrano genitori orgogliosi accanto ad una bici.

In questi ultimi anni la famiglia ha assunto un ruolo più rilevante nella vita dell’atleta ed è cambiata anche la filosofia delle squadre e sempre più spesso, come accade nel team Jumbo-Visma, mogli, fidanzate e figli sono presenti durante i ritiri in altura e in gare importanti come il Tour de France e il Giro d’Italia. Come testimoni di tutto questo ci sono Primoz Roglic e Jonas Vingegaard che, finiti gli impegni cerimoniali, corrono subito ad abbracciare mogli e figli.

Anche dal punto di vista contrattuale molto è cambiato in ambito femminile e alcune squadre, come la Lidl-Trek, quando una delle loro cicliste ha comunicato di essere in dolce attesa hanno provveduto subito ad un rinnovo di contratto. La donna è costretta a rimanere lontana dai campi di gara quando è incinta, ma sia la medicina che le stesse atlete hanno dimostrato che si può tornare a gareggiare e a vincere tranquillamente dopo la nascita di un figlio. La stessa Maria Canins, in una recente intervista, aveva detto che un figlio per una donna atleta è uno stimolo importante e se da una parte gareggi in modo più prudente, dall’altro ti spinge ad ottenere dei risultati sempre più importanti.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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