Duecento esuberi nell’handling: la fine di Air Italy crea danni all’indotto di Malpensa

esuberi handling Air Italy

MALPENSA – La ingloriosa fine di Air Italy non è un problema soltanto per i 1450 dipendenti diretti in attesa soltanto della lettera di licenziamento. Il danno creato all’indotto si sente in ogni settore: catering, alberghi, parcheggi e soprattutto l’handling. Airport Handling, società che gestiva per la compagnia aerea i servizi di terra, ha dichiarato 200 lavoratori Fte (full-time equivalent) in esubero. Se si considera che tantissimi operatori sono a part time, il numero assoluto è ancora maggiore.

A casa con stipendio anticipato

Per sopperire alla mancanza (da un giorno all’altro) della seconda compagnia aerea italiana, che per Malpensa cubava all’incirca 2 milioni di passeggeri all’anno, Airport handling è corsa ai ripari mettendo a riposo i lavoratori assunti da Adecco in staff leasing a tempo indeterminato. «Nella sostanza questi lavoratori – spiega Renzo Canavesi della Cub Trasporti – saranno sospesi per due mesi, ed in questi due mesi anziché ricevere l’indennità prevista dal ccnl, riceveranno un sussidio che gli verrà trattenuto dallo stipendio, quando rientreranno al lavoro». Per i lavoratori interinali a tempo indeterminato, infatti, è prevista una garanzia salariale minima in caso di inattività lavorativa. La richiesta (qui sotto) che sono stati invitati a sottoscrivere parla chiaro.

esuberi handling Air Italy

Evitare i licenziamenti

Secondo la sigla di base, l’intesa per cambiare il contratto degli staff leasing è stata raggiunta da Adecco «con i soliti sindacati compiacenti, che non dicono nulla e non rendono pubblici i loro accordi». Un atteggiamento stigmatizzato dalla Cub Trasporti: «Se possiamo capire la logica che ha seguito Airport Handling, anche se non la condividiamo, e cioè quella di evitare eventuali licenziamenti del personale di Adecco per effetto della crisi AirItaly, non riteniamo corretto che questo avvenga nel totale silenzio e disinformazione. I sindacati confederali firmano accordi senza dire nulla ai lavoratori interessati, di fatto poi costretti a sottoscrivere richieste personali di sospensioni lavorative senza nessuna garanzia».

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