Busto è pronta a finanziare Accam: «Ora tutti i soci facciano la loro parte»

BUSTO ARSIZIO – «Busto ha deciso di prendersi questa responsabilità». E’ il sindaco Emanuele Antonelli a chiudere la discussione sulla mozione di indirizzo relativa alla continuità aziendale e la governance della società Accam. Mozione che passa con il voto favorevole di tutte le forze politiche e civiche presenti in sala esagonale. Unici due voti contrari quelli dei consiglieri grillini Luigi Genoni e Claudia Cerini.

Busto finanzia la ripresa di Accam

Fila via liscio il consiglio comunale straordinario su Accam, riunitosi questa sera (giovedì 27 febbraio) a porte chiuse per via delle limitazioni sull’emergenza del coronavirus. E dopo circa un’ora di interventi, durante i quali i gruppi consiliari hanno esposto le ragioni del sostegno alla mozione, condivisa sostanzialmente da tutti, arriva anche il voto favorevole a stragrande maggioranza. Che dà mandato al sindaco Emanuele Antonelli di portare nell’assemblea dei soci (in programma domani) la posizione di Busto. Ovvero: Palazzo Gilardoni, seppur in una situazione complessa e delicata, continua a credere in Accam. Al punto che il consiglio vota a favore del versamento alla società dell’anticipo delle fatture sul servizio di smaltimento rifiuti, ma soprattutto sul percorso che dovrebbe portare a rimodulare l’assetto societario, dove Busto ha deciso di giocare un ruolo da protagonista in termini di peso azionario, decisionale e politico.

Le linee di indirizzo

I consiglieri arrivano in aula con in tasca un’intesa di massima. Poiché i contenuti della mozione sono stati sostanzialmente condivisi e recepiti. Tanto che Antonelli, il quale alla forma preferisce la sostanza, non vuole nemmeno illustrare il documento: «Non perdiamo tempo». E lascia la parola alla leghista Paola Reguzzoni, che di fatto ha recepito le varie posizioni dei gruppi e cucito il testo del documento. Ovvero: via libera al versamento alla società Accam dell’anticipo delle fatture per il servizio; allineamento del contratto d’affitto del terreno alla data di spegnimento dell’impianto (2027) e ruolo del Comune di Busto, che deve fare da traino all’interno di una società la cui governance ha mostrato fino a ora limiti nella programmazione e nella gestione delle decisioni e che quindi dovrà essere modificata.

Reguzzoni poi non manca di specificare meglio alcuni passaggi. Quello sul contratto d’affitto, «che dovrà essere rimodulato tramite convenzione al fine da regolare l’aspetto relativo alla locazione, ma anche ciò che riguarda l’impatto ambientale». E con l’aumento del quantum, «la cui quota aggiuntiva dovrà essere accantonata dal Comune per poi intervenire economicamente al momento della bonifica. Insomma – spiega la leghista – non è nostra intenzione voler lucrare sulle difficoltà della società». Busto inoltre chiederà, nell’ottica della stesura di un nuovo piano industriale (l’attuale pare essere ormai superato dagli eventi che si sono verificati) di poter supervisionare la programmazione con i proprio tecnici comunali.

Si parla, ma è solo un accenno. anche di scenari futuri che vanno oltre l’emergenza, ovvero: «Il 2027 resta l’anno di spegnimento dell’impianto – continua Reguzzoni – ma continuiamo a credere in un modello sovra comunale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Per questo parliamo anche di investimenti e stiamo già lavorando per individuare un progetto alternativo, anche tramite Agesp, su come continuare a gestire lo smaltimento».

Idee chiare e condivise

Tutti i gruppi consiliari si sono detti d’accordo sul fatto che dopo anni Busto ha dato un segnale forte sul tema Accam. C’è chi ha sottolineato il lavoro fatto per arrivare a un testo condiviso, chi la disponibilità a recepire i suggerimenti valutando il contenuto e non il colore politico di provenienza e chi ha dato ancor più peso e significato politico ai voti favorevoli, «perché in questo modo Busto non abdica al ruolo di città guida».

Distesa nei toni anche la discussione, durante la quale i consiglieri hanno posto l’accento sui vari passaggi. Come il Partito Democratico, che per voce della capogruppo Valentina Verga, ha ricordato: «Abbiamo voluto inserire nella mozione la tutela del livello occupazionale, salariale e del tfr dei lavoratori di Accam indipendentemente dai possibili scenari futuri. Oltre all’impegno della società ad accantonare le quote della bonifica e da parte di chi ne ha responsabilità ad attivarsi affinché la Regione non volti le spalle ai Comuni qualora ve ne fosse la necessità».

Soddisfatti anche i consiglieri di Busto al centro, «perché due nostri emendamenti sono stati accettati – ha spiegato la capogruppo Laura Alba – Quello relativo alla massima tutela delle finanze del Comune di Busto, subordinato al fatto che anche gli altri Comuni non si devono sottrarre ad accordare l’anticipo alla società». Per Idee in Comune ha parlato Paolo Genoni (capogruppo): «E’ importante che Busto prenda la maggioranza delle quote poiché così possiamo davvero decidere il futuro di quella che resta una risorsa per tutto il territorio, dal momento che lo smaltimento dei rifiuti è un tema che non si proporrà anche in futuro».

Il no dei Cinque stelle

Unica voce fuori dal coro i Cinque stelle che con Claudia Cerini hanno motivato il loro voto contrario: «Noi ribadiamo che si deve chiudere. E a ragion veduta, visto l’attuale situazione,  la mancanza di liquidità, i piani industriali stilati, approvati e sempre disattesi. Per noi la questione Accam non ha futuro».

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