E ora fatevi perdonare per aver vinto

patrini parlamentari responsabilità

di Luigi Patrini

Cari parlamentari che avete avuto l’onore di essere eletti a rappresentare il popolo italiano nella più importante Istituzione della nostra pur giovane democrazia, non dimenticate mai che a tale onore sono connessi anche degli oneri ineludibili! Se li rispetterete il vostro onore crescerà, se, invece, farete come molti vostri colleghi in queste ultime legislature, aumenterà solo il numero di coloro che disertano le urne e la vostra vergogna sarà grande: sarete “onorevoli” di nome, ma non di fatto!

Agli occhi degli Italiani voi partite con un grosso handicap: siete stati “eletti” da una minoranza dei cittadini (le vostre percentuali “ufficiali” ignorano l’alto numero di astensioni!), perciò, anche se avete vinto un seggio prestigioso, non inorgoglitevi troppo e mantenete viva la consapevolezza degli oneri che, forse incautamente, avete assunto. Non dimenticate che siete stati “scelti” e messi in lista dai “segretari” del vostro partito (e dal loro piccolo cerchio magico, di cui forse fate parte voi stessi): gli elettori non hanno potuto “scegliervi”; vi hanno solo preferito ad altri, votandovi a scatola chiusa, spesso scegliendo solo la lista “meno peggio”!

Il vostro primo dovere, oltre a quelli previsti dalla Costituzione, è quello di ridare al Paese una legge elettorale degna di una democrazia vera, che consenta di esprimere anche le preferenze sulle persone dei candidati: la “sovranità” del popolo (Costituzione, art.1) deve tornare ad essere esercitata da tutti con la consapevolezza di essere seriamente coinvolti nella gestione di quel “bene comune” che è di tutti e non solo di una parte.

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Luigi Patrini

Capisco bene che sarà difficile cambiare questa legge elettorale in senso non peggiorativo. L’interesse di molti di voi a non modificarla, soprattutto dopo la riduzione dei seggi di Camera e Senato, è evidente e credo che molti di loro sgomiteranno non poco per ritornare in Parlamento dopo la scadenza che – tutti ci auguriamo – avvenga solo al termine dei costituzionali cinque anni. A meno che la guerra promossa da Putin non vi consenta di prolungare la durata (art. 60 della Costituzione), ma se ciò accadesse avremmo ben altri problemi, perché dovremo cominciare ad affilare bastoni e randelli non per voi (tranquilli!), ma per prepararci alla guerra mondiale!

Non sarebbe male che vi impegnaste anche nei vostri partiti, ora quasi tutti “di plastica”, per farli tornare ad essere più consistenti e identificabili non dal nome del leader, ma dal contenuto culturale e ideale che li anima. Vi ricordate? Nella Prima Repubblica c’erano comunisti, democristiani, demoproletari, liberali, missini, monarchici, radicali, repubblicani, socialdemocratici, socialisti e via dicendo, ora i partiti sono quasi tutti identificabili per il nome del leader ed è un …brutto segno!

Quando legiferate, infine, non dimenticatevi di tenere conto del fatto che la politica deve fare qualche passo indietro sulle questioni etiche, rispettando la coscienza di tutti i cittadini e avendo ben chiaro che è segno di grande e corretta laicità riconoscere che ci sono dei Valori che voi per primi siete tenuti a rispettare, perché hanno un fondamento veritativo che trascende la sfera di un potere politico che non voglia creare uno “stato etico”, come vogliono le dittature di destra o di sinistra che siano. Chi ha una fede religiosa, quale che sia, non dimentichi la saggia osservazione di Pietro, il primo Papa, che ebbe il coraggio di dire al Sinedrio che “è meglio obbedire a Dio che agli uomini”.

Grazie all’onorevole Meloni, la vera vincitrice di queste elezioni, che fin da subito ha parlato di senso di “responsabilità”. A lei compete, tra l’altro, l’onere di dimostrare che, per le donne, la responsabilità consiste anzitutto nel rispetto della realtà, perché esse sono, quasi sempre, più realiste dei loro colleghi maschi: lasciamo perdere le questioni del “gender”, per carità! Ma questo è vero!

Chi ha vinto, poi, non dimentichi che – è regola fondamentale soprattutto in politica – non voler stravincere e non dimenticare la buona regola di …farsi perdonare per aver vinto!

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