Elezioni provinciali, Mattia Premazzi contro il civismo di facciata dei dem

VARESE – «Questa battaglia su quale lista sia più civica dell’altra è inaccettabile. Soprattutto se arriva dalla lista di centrosinistra che sbandiera il civismo e parla di una Provincia “immobile” senza sapere di cosa sta parlando». Mattia Premazzi, consigliere uscente e ricandidato per il Polo civico di centro al consiglio provinciale assesta la prima stoccata al Pd. Il secondo colpo, invece, lo sferra alla lista “costruita” da Marco Colombo, Alessandro Paladini Molgora e Marco Magrini. «Il Polo civico di centro è una lista d’ispirazione civica come lo era il Polo civico delle libertà di tre anni fa. È l’evoluzione di quel progetto. E il nostro civismo non è certo dato dalla presenza o meno in lista di Marco Magrini, ma dalla capacità di amministrare l’ente che, al contrario di quanto dicono i Civici e Democratici, abbiamo dimostrato concretamente in questi anni».

Si scalda la corsa per il consiglio a Villa Recalcati

Sarà anche una campagna elettorale per addetti ai lavori (visto che votano solo sindaci e consiglieri comunali), ma il clima sul rinnovo del consiglio provinciale si scalda. E ad accendere il fuoco è Mattia Premazzi, consigliere provinciale in carica, esponente di Noi con l’Italia e candidato per la riconferma. Lo fa con un doppio colpo: uno a sinistra e l’altro al centro. Spazio fisico verso il quale un’ampia fetta della politica tende senza “occuparlo” con decisione. Ma questo è un altro discorso.

Il dibattito attuale si scatena attorno al significato di una delle parole più abusate dalla politica degli ultimi anni: civico. «Nessuno – attacca Premazzi – può tirare fuori l’autocertificazione di civico. Eppure c’è chi dietro questo termine c’è chi si “camuffa” per prendere voti. Non certo la nostra lista. Un progetto politico nato tre anni e che oggi, con la decisione di Fratelli d’Italia di correre “in solitaria”, si caratterizza ancor di più come realtà politica moderata e di centro».

Un discorso, quello di Premazzi, che sembra “slittare” quando gli si fa notare che anche il Polo civico di centro ha al suo interno ben due sigle di partito (Forza Italia e Noi con l’Italia). «Ogni amministratore ha punti di riferimento partitici – spiega – Ma il civismo non è questione di “patenti” da mostrare, ma di metodi attuati nell’amministrare. Noi l’abbiamo dimostrato in questi anni alla guida della Provincia, dove ci siamo messi a disposizione di tutti i sindaci senza stare a guardare i colori politici di appartenenza delle amministrazioni. Civico quindi è colui che si pone come punto di riferimento per gestire e risolvere i problemi dei Comuni».

Il lavoro fatto a Villa Recalcati

E quando si fa notare che i candidati dei Civici e Democratici sostengono il contrario, ovvero che il centrodestra ha guidato Villa Recalcati in maniera autoreferenziale e con poca condivisione, Premazzi apre il libro delle cose fatte. «Mi vien da sorridere – dice – perché su un tema di interesse generale per tutto il territorio come l’ospedale unico di Busto e Gallarate, dove la Provincia è un player, è stato un consigliere del Pd a dire che solo i consiglieri provinciali delle due città coinvolte avevano il diritto di discutere e decidere».
Non solo: «Parlano di formazione e governo del territorio senza sapere davvero quanto fatto dalla nostra amministrazione. Il prossimo 20 dicembre verranno assunte 73 persone nei Centri per l’impiego, si stanno concludendo le prove per assumere 20 funzionari. Quando sono arrivato in Provincia c’era un solo dirigente pronto ad andare in pensione. Oggi l’ente conta 4 figure apicali, un bilancio che finalmente consente di tonare a spendere in opere e 30 milioni di investimenti in un anno. Stiamo lavorando anche per il Pnrr e i 50 milioni di euro da “mettere a terra” per il nostro territorio: per questi servono progetti, ma anche una macchina amministrativa in grado di affrontare la sfida. E con i nuovi innesti saremo pronti».

Lo zucchero sul finale

Sul finale, e dopo aver messo i puntini sulle “i”, Premazzi apre porte: «Chiarito che nessuno ha in tasca il sacro fuoco del civismo, è chiaro che la nostra lista, come dice il nome, guarda al centro; e che del centrodestra siamo la parte più dialogante con le altre forze che si riconoscono quello spazio politico. Mi riferisco al gruppo di Magrini, ma anche ai civici di centrosinistra. Insomma, diciamo che tra i moderati il dialogo c’è e continuerà a essere aperto. Soprattutto su progetti concreti».

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