Dal coordinamento di Busto al Centro (Bac), gruppo civico presente in consiglio comunale a Palazzo Gilardoni, riceviamo e pubblichiamo:
“Passano oramai i mesi e mentre di giorno in giorno aumentano le difficoltà all’interno dei nostri Ospedali il silenzio di chi potrebbe dire, o meglio, fare qualcosa che lasci intendere la volontà di affrontare i problemi diventa sempre più assordante. Probabilmente chi di dovere non si è reso conto che, diversamente da loro, le malattie non vanno mai in ferie e il clima di disaffezione verso i nostri Ospedali si va diffondendo, oltre naturalmente che fra gli Operatori sanitari, anche fra i cittadini.
Nel mese di agosto ai già notissimi gravi problemi si è aggiunto il grido di dolore dei Chirurghi costretti a dimezzare i loro interventi per carenza di Anestesisti. La giustificazione del Direttore Generale è equivalsa al nulla aggravato da un successivo intervento della Direttrice Sanitaria che ha ridicolmente (se non si trattasse della nostra salute!) cercato di spacciare la carenza di personale come un avanzato modello organizzativo, dimenticandosi che in atti interni all’Ospedale la situazione viene formalmente definita “Stato di emergenza”.
I dubbi e i sospetti
Recentemente ha rilasciato il suo parere anche il Presidente della Commissione Regionale Sanità che, non avendo alcun potere decisionale, meglio avrebbe fatto a rifiutare l’intervista anche perché, nell’encomiabile tentativo di fornire giustificazioni per una situazione nella quale si sente comunque coinvolto e preoccupato, ha aperto il fronte a qualche forte perplessità se non addirittura dubbio.
Tralasciamo i vari discorsi sull’ipotetico Ospedale nuovo che rischiano di essere oggi usati come cortina fumogena atta a coprire una situazione attuale che senza esagerazioni può definirsi disastrosa. Monti ad un certo punto afferma: ”Fermo restando il ruolo insostituibile dei due storici nosocomi di Busto e Gallarate (!) essi ora scontano la presenza dei vicini Ospedali di Varese e Legnano, che risultano maggiormente attrattivi anche per il personale medico. E nessuno può impedire a un medico di decidere dove lavorare.” E qui cominciano a sorgere alcuni dubbi.
Monti dà per scontata una presunta superiorità degli Ospedali di Varese e Legnano e allora a noi, che non condividiamo il concetto, sale il dubbio che il mettere in crisi i nostri Ospedali rientri in una strategia, del resto da Monti ricordata, di “eliminazione dei rami secchi”. Una volontà, quindi, di far divenire i nostri ospedali dei rami secchi, cosa molto utile a chi volesse successivamente dimostrare l’inutilità anche del nuovo Ospedale
Monti inoltre certifica, cosa del resto verificabile, che la fuga dei medici da Busto è prevalentemente rivolta verso gli Ospedali vicini “maggiormente attrattivi”.
Tanti ospedali un solo padrone
Ma se gli altri Ospedali, Varese e Legnano in particolare, hanno lo stesso “padrone” dei nostri (la Regione) e le stesse Leggi e Regolamenti che li governano, cosa rende gli stessi, come dichiara Monti, “più attrattivi”?
E un secondo dubbio ci assale: vuoi vedere che ciò che distingue gli stessi sia una Direzione più capace, decisionista, in grado di prendersi responsabilità e trovare soluzioni?
E se ciò fosse vero altri dubbi inevitabilmente ci assalirebbero. Non è che la Direzione dei nostri Ospedali, così statica ed impotente di fronte all’incalzare dei problemi, non faccia altro che realizzare il disegno di cui sopra; oppure che, in previsione di possibili avvicendamenti nell’ambito della governance nessuno voglia più assumersi responsabilità o iniziative; o ancora, non è che, viste le molte dismissioni anche nel campo dei primariati, l’impegno dei Politici sia più concentrato sulla conquista/difesa di posizioni interne piuttosto che sull’affrontare i problemi di gestione?
Il caso degli specializzandi
La carenza di Medici nei nostri Ospedali è un fatto oramai conclamato; in altre ASST, comprese alcune citate con enfasi da Monti, la carenza di medici specializzati è stata sopperita con l’assunzione di medici “specializzandi” agli ultimi anni del loro percorso di specializzazione o, con un poco di coraggio giustificato dallo “stato di emergenza”, di Medici NON specialisti nell’ambito dei reparti di Pronto Soccorso .
Noi chiediamo che queste ipotesi vengano vagliate ed affrontate anche nei nostri Ospedali, avendo l’umiltà di attingere alle esperienze degli altri. L’attivazione di Convenzioni con l’Università e le sue Scuole di Specializzazione ridarebbero slancio e respiro ai nostri Ospedali, che oltre a ritornare palestre di insegnamento otterrebbero un importante supporto operativo.
Se poi il non prendere iniziative fosse solo una questione di mancanza di coraggio, di spirito di iniziativa o di senso di responsabilità, allora, come diceva il Manzoni rispetto a don Abbondio, “il coraggio, se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”. Ma almeno che si sappia!”
Coordinamento Busto al Centro
busto centro medici – MALPENSA24