Eva Onlus avverte: «Troppa violenza sulle donne a Busto». E inaugura la nuova sede

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BUSTO ARSIZIO – Da signore di 84 anni, a ragazze di 16. La violenza sulle donne a Busto Arsizio non conosce età, né ceto, né sicurezza economica. «Un fenomeno ancora troppo diffuso, che ci ha portate ad aiutare 180 donne solo negli ultimi mesi», denuncia Elisabetta Marca, presidente di E.va onlus. Che oggi, martedì 24 novembre, inaugura la nuova sede ai Molini Marzoli. In prossimità del comando di polizia locale, per poter svolgere questi fondamentali servizi in sicurezza.

Più protezione per le donne

«Aiutare queste donne a tornare a vivere come prima: è questa la nostra unica mission. E perciò non smetteremo mai di invitare chiunque avesse bisogno di supporto, o fosse a conoscenza di soprusi di genere, a chiamare il 334 5369630, attivo 24 ore su 24», ha spiegato l’anima di E.va, Cinzia Di Pilla, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede.

Avvenuta appunto oggi, martedì 24 novembre, alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Il nuovo quartier generale si trova in alcuni locali comunali ai Molini Marzoli. Una sede adeguata al lavoro delicato, e a volte pericoloso, che il centro svolge. «Trovandosi appunto sopra il comando di Polizia locale, le operatrici potranno lavorare con maggior tranquillità», ha ribadito il sindaco Emanuele Antonelli, presente appunto all’evento.

Il sogno di sconfiggere questa piaga

Che ha appunto voluto sottolineare l’impegno e la piena partecipazione di Palazzo Gilardoni. «Quando Eva chiama siamo sempre pronti a dare una mano perché sappiamo quanto valga la sua opera professionale per restituire la vita a tante donne, e non solo a Busto. Il mio sogno è che si arrivi a non dover più comporre il loro numero di telefono».

Violenza troppo diffusa a Busto

Ma nel mentre, l’operato dell’associazione sta salvando davvero la vita, e la dignità, di molte donne. Solo negli ultimi mesi, infatti le richieste di aiuto sono state ben 180, e sono arrivate da soggetti molto diversi tra loro, a testimonianza del fatto che la violenza sulle donne non conosce età, ceto sociale o economico. «Abbiamo avuto due 84enni, ma anche 4 sedicenni. Il 50% era rappresentato da persone disoccupate, ma 144 avevano una laurea o diploma superiore. E di queste, 12 sono entrate nelle case rifugio. Insomma, il fenomeno è ancora troppo diffuso», spiega Elisabetta Marca.

Lotta su tutti i fronti

Ecco allora che la lotta deve continuare. «Non amo questo termine, ma questa è una lotta giusta e doverosa, che sono onorato di poter combattere insieme a E.va nella nuova sede», ha commentato l’assessore all’Inclusione sociale Osvaldo Attolini. Che sottolinea poi l’importanza di lavorare dal punto di vista culturale per minimizzare le cause della violenza.

«Che sono di tre tipi: lavorative perché la pari dignità non è pienamente riconosciuta nel mondo del lavoro, politiche perché le donne sono ancora considerate come persone da assistere e non come delle protagoniste e questo crea invidia negli uomini e familiari, perché la ripartizione dei compiti non è ancora ben distribuita all’interno delle famiglie e la donna è sempre in svantaggio», continua Attolini.

L’impegno di Busto

Ricordando poi l’impegno dell’amministrazione di Busto Arsizio per questa causa. Domani, mercoledì 25 novembre, nei negozi e negli uffici comunali saranno indossate le mascherine rosse fatte realizzare dall’assessorato all’Inclusione sociale. Inoltre, per le vie della città, Radio Busto Live trasmetterà il brano di Grazia di Michele “La gente che parla”.

Infine alle 17.30 a villa Calcaterra si svolgerà una tavola rotonda sul tema “Donne e arte: rinascere attraverso la bellezza”, a cui parteciperanno il sindaco, l’assessore, Elisabetta Marca, Manuela Carnini ed Elisabetta Roncati, critica d’arte. La conferenza sarà trasmessa in diretta su questa pagina Facebook della città.

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