“Per sempre fedele”, presentato a Roma il libro sul capitano Mario D’Aleo ucciso dalla mafia

Da sinistra: Peruzzotti, Iseni, Rigano e Romita

ROMA – E’ stato definito un eroe perché ha combattuto la mafia fino alla morte, avvenuta per mano armata dei malavitosi siciliani che stava combattendo. Ma è stato prima di tutto, nella sua breve vita, un uomo di grande coraggio fedele ai valori più cristallini e all’Arma dei carabinieri. Stiamo parlando di Mario D’Aleo, vittima della criminalità organizzata a soli 29 anni. E la sua vita, soprattutto gli anni vissuti al comando della Compagnia di Monreale, è stata recuperata e raccontata in un libro-diario scritto a quattro mani da Valentina Rigano, giornalista e Marco D’Aleo, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e nipote di Mario. Volume pubblicato dal Gruppo Iseni Editori, realtà guidata da Fabrizio Iseni, già editore di Malpensa24 e presente accanto all’autrice durante l’incontro.

Il parterre de rois

La presentazione in anteprima di “Per sempre fedele, diario di un uomo tra pagine di mafia”, libro che conta la prefazione di Luigi Contu, direttore dell’Ansa e l’introduzione di Rita Della Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Della Chiesa, si è tenuta a Palazzo Cardinal Cesi di Roma nella giornata di ieri (giovedì 12 ottobre) alla presenza di numerose autorità politiche e militari, oltre che di esponenti della segretaria di Stato della Città del Vaticano e dell’ambasciata americana.

La presentazione

A condurre la presentazione è stato Attilio Romita, giornalista Rai, il quale ha colloquiato con l’autrice Valentina Rigano e “ha condotto” il pubblico presente tra le pagine di un libro «che all’inizio sembra un romanzo, ma in realtà è una brutta storia davvero accaduta». A delineare il profilo umano e professionale di Mario D’Aleo è stata proprio l’autrice: «E’ stata una persona straordinaria, un giovane animato di un grandissimo coraggio. Nella sua pur breve vita ha saputo lasciare nelle persone che gli hanno voluto bene e in tutte quelle che ha conosciuto un ricordo indelebile».
Aneddoti di vita quotidiana, se così possiamo dire, nella Sicilia dei primi Anni Ottanta. D’Aleo fu tra i primi, «insieme alla sua squadra», ha puntualizzato Rigano, a intuire che Totò Riina, giovane a quel tempo, sarebbe diventato il boss dei boss e fu il primo a portare in caserma Giovanni Brusca, che aveva soltanto 18 anni ma già la strada segnata dentro “Cosa nostra”.
«L’Italia ha bisogno di eroi come Mario D’Aleo – ha detto l’ex senatore Luigi Peruzzotti – Questo carabiniere, attaccato alla divisa e ai valori più genuini, è morto freddato nel 1983 ed è stato un po’ dimenticato. Eppure ha dato la sua vita per il nostro Paese e per combattere la mafia. Nostro dovere è far sì che le persone come Mario D’Aleo diventino esempi da seguire e per farlo servirebbe andare nelle scuole con questo libro. La cultura della legalità e del rispetto delle legge la si impara da piccoli».

Fedele D’Aleo libro – MALPENSA24

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