Ferno, piazza Dante in versione open. Foti: «Meno parcheggi, più spazio per la gente»

ferno piazza dante

FERNO – Chiudere la piazza Dante con l’obiettivo di aprirla. Il cavallo di battaglia per il 2023 del sindaco Sarah Foti sembra un controsenso. In realtà è l’impegno per «rendere il centro storico di Ferno un punto di riferimento, in grado di creare aggregazione e diventare teatro delle attività sociali». Insomma, una piazza «open», come l’ha già definita il primo cittadino. E ieri, 18 gennaio, è stato il tema dell’assemblea pubblica convocata per illustrare i due piani – simili tra loro – dei progettisti. Ma anche per ripercorrere, attraverso una piccola mostra fotografica, la storia del nucleo antico fernese in vista di un rilancio che metta tutti d’accordo: istituzioni locali e cittadini.

La piazza aperta

Una presentazione guidata dai progettisti per «la parte tecnica». All’amministrazione comunale, invece, il compito di proporre un piano che si basa sugli «obiettivi», dice a margine Foti. La piazza deve rispondere alle «esigenze di Ferno, prendendo spunto da molti elementi delle origini del paese e guardando al futuro: rivitalizza il centro, offre maggiore qualità e aggregazione». Come? «Chiudendola in occasioni di eventi o quando le associazioni lo richiedono per le loro attività pubbliche. E quindi aprirla, metaforicamente, per portare aria».

I piani

Due i progetti illustrati, che toccano una cifra di 680mila euro. Che «sono simili», in realtà. La differenza sta nel «numero dei parcheggi che vogliamo realizzare». Un dettaglio che influenza, ovviamente, il tipo di vocazione della piazza: «Dobbiamo capire come leggerla: destinata per lo più ai posteggi auto (nella foto sotto, a destra) o per creare socialità (nella foto sotto, a sinistra)?». Le intenzioni – e i riscontri ottenuti finora – sembrano parlare chiaro: «Facciamo spazio e viviamo il centro».

Rilanciare piazza Dante, però, comporterà qualche scelta: «Dovremo rinunciare ai due cedri, ma per ottenere il meglio sono necessari dei sacrifici». Di contro, il piano prevede «spazi verdi e panchine per godersi l’area messa a nuovo. Tutto, facendo in modo che l’occhio sia sempre rivolto verso la chiesa, che è il nostro gioiello».

La statua di San Carlo

Fino al «sogno», ovvero di «riportare la statua di San Carlo a Ferno, vicino alla chiesa». La mente va a fine anni Cinquanta, racconta il primo cittadino, quando fu rimossa. Oggi è conservata a Gallarate: «Vorremmo aprire un dialogo con l’amministrazione comunale e la parrocchia gallaratesi per poter effettivamente avviare questo percorso». 

Oltre alla piazza, la «sfida» dell’assemblea pubblica. Che per Foti è uno dei pilastri del programma amministrativo: «Aldilà di ogni aspettativa, c’è stata grande partecipazione con interventi costruttivi, suggerimenti e incentivi a fare sempre meglio».

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