Brumana: «La giunta di Legnano approva lo scempio delle sponde dell’Olona»

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LEGNANO – Non è piaciuta al consigliere comunale di Legnano Franco Brumana la risposta in consiglio comunale dell’assessore all’ambiente e al fiume Olona, Lorena Fedeli, alla sua interrogazione sullo «scempio» causato dalla fresatura delle sponde della roggia Molinara (nella foto). L’operazione di pulizia delle rive vicino al Castello, ha sottolineato Fedeli, è stata eseguita dal Consorzio del Fiume Olona in adempimento della convenzione stipulata con il Comune di Legnano, sottoscritta anche dal Parco dei Mulini. A differenza del passato, è stato usato un mezzo che è entrato nel letto del fiume «senza provocare danni – ha detto in sostanza Fedeli – perché non era cingolato. Inoltre la roggia Molinara è un canale artificiale, non il fiume Olona».

«Dall’assessore Fedeli notizie false»

Per il consigliere di minoranza «questa risposta è inaccettabile perché riferisce false notizie. La convenzione non prevede la fresatura delle sponde, ma impegna il Consorzio ad “effettuare la gestione naturalistica e la manutenzione della roggia”. Il capitolato d’appalto – prosegue il rappresentante del Movimento dei Cittadini – definisce la roggia Molinara “ramo secondario del fiume” e specifica che l’opera affidata al Consorzio è il “taglio vegetazione infestante” che identifica con il poligono del Giappone. La macchina operatrice utilizzata è dotata di grandi ruote che hanno danneggiato l’habitat del fiume, compromettendo la crescita di alghe e di vegetazione fluviale e la presenza di larve, che costituiscono il naturale alimento dei pesci, mentre la fresatura meccanica delle sponde ha rimosso anche tutta la vegetazione non infestante e in buona parte l’humus presente tra i massi, che non erano stati cementati proprio per consentire la crescita della vegetazione. Infine, i lavori eseguiti violano il precetto presente nella convenzione che esige una “gestione naturalistica”».

Per Brumana la giunta Radice ha approvato le operazioni eseguite nonostante i danni ambientali arrecati dal consorzio che ha in gestione il fiume, anziché «contestarle quali inadempimenti contrattuali, e ha dimostrato una becera insensibilità ambientale. Soprattutto – conclude – ha così lasciato intendere che lo scempio commesso verrà ripetuto nei prossimi anni».

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