VILLA CORTESE – Una fresa rotante ha agganciato e tranciato i cavi ottici della linea di Città metropolitana Milano, attorcigliandoli e snervandoli per circa 500 metri su entrambi i lati della strada. È accaduto a Villa Cortese in seguito ai lavori per lo scavo di una galleria sotto la Sp 12 per installare l’acquedotto senza spaccare la strada né fermare il traffico. L’imprevisto è avvenuto per un mancato coordinamento fra enti, o forse per una non perfetta verifica georadar del sottosuolo.
È così saltata la connessione internet che da quasi 20 anni si sta realizzando con l’obiettivo di collegare i municipi e le scuole di tutta la provincia di Milano.
Tecnici di Nemo al lavoro per due giorni
I primi ad accorgersi del danno sono stati i tecnici di Nemo srl, storico Internet Service Provider nella cui centrale di controllo è scattato subito l’allarme, anche perché l’incidente ha lasciato senza la rete internet il Liceo Galilei, l’Itis Bernocchi e l’Itc Dell’Acqua di Legnano (che però dispongono di linee di backup su cui contare) e qualche centinaio fra imprese e famiglie dell’Altomilanese.
«Abbiamo immediatamente avviato i controlli – spiega Marco Liss, amministratore e fondatore di Nemo – facendo misurazioni e rilevazioni su vari punti della dorsale, fino ad arrivare a identificare il cantiere allestito a Villa Cortese». La zona è quella all’angolo tra la strada provinciale 12 e via Brunelleschi, dove il Gruppo Cap, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, sta posando la nuova linea dell’acquedotto.
Sostituito più di 1 km di cavi
Il danno si è verificato nel pomeriggio di martedì 2 maggio e ha richiesto l’intervento dei tecnici di Nemo per la dorsale proprietaria e, per l’infrastruttura complessiva, delle squadre tecniche di Sirti, l’azienda a cui si è affidata Città metropolitana Milano. «Sono stati necessari quasi due giorni di lavoro per riportare attiva la rete FTTH e il ripristino si è concluso nella notte tra mercoledì e giovedì – aggiunge Liss – È stato un intervento delicato, perché è stato necessario sostituire oltre un chilometro di fibra ottica, realizzando scavi alternativi a quello distrutto e ripristinando le connessioni in vari pozzetti e numerose muffole, cioè le scatole di giunzione tra le bobine di fibra srotolate in fase di posa».
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