Carla Pugliano alla Florence Biennale: le opere in mostra dell’artista di Varese

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FIRENZE – Alla quattordicesima Florence Biennale, manifestazione che si svolgerà alla Fortezza da Basso di Firenze da domani, sabato 14 ottobre, a domenica 22, Varese sarà presente con l’arte di Carla Pugliano che per l’occasione ha realizzato due opere interpretando il tema della mostra “I am you – Individual and collective identities in contemporary art and design”, incentrato sui concetti di identità individuali e collettive, nelle loro molteplici accezioni filosofiche, psicologiche, sociologiche e culturali. Da una parte il concetto di identità può essere associato alle caratteristiche che ci distinguono dagli altri come individui unici e irripetibili; dall’altra si lega al bisogno di appartenenza a uno o più gruppi che contribuisce a definire il modo in cui siamo percepiti da noi stessi e dagli altri.

Artisti e designer da ottantacinque Paesi

La Florence Biennale è la principale mostra d’arte contemporanea e design di Firenze e una delle principali esposizioni d’arte contemporanea del mondo: accoglierà artisti e designer provenienti da ottantacinque Paesi con il patrocinio del Parlamento Europeo, della Commissione Italiana per l’Unesco, del ministero dei Beni Culturali, della Regione Toscana e del Comune di Firenze. Un appuntamento che coinvolgerà gli artisti partecipanti e i visitatori in un ricco programma di attività artistiche e culturali: oltre alla mostra principale sono previsti eventi collaterali, performance, workshop, conferenze e letture sul tema della nuova edizione.
Pugliano ha dimostrato la sua significativa presenza nella scena artistica contemporanea partecipando a numerose mostre nazionali e internazionali: tra queste la Biennale di Lisbona – Arte Cristà 2023, la Biennale di Milano – International Art Meeting e la Milano Art Design Week. Ha inoltre esposto le sue opere in istituzioni come la Fondazione Modigliani di Roma, Villa Reale di Monza, Museo del Cedro di Santa Maria del Cedro, l’Ambasciata del Bahrein e la Galleria Milanese di Brera. Tra i riconoscimenti ottenuti figurano il premio “Luigi Pedretti”, il premio internazionale d’arte “Maestri a Milano” e il prestigioso “World Best Artists Prize 2023”.
Sempre nel mese di ottobre la aspetta una mostra personale nel cuore di Roma dal titolo “Mimesis” nell’ambito della Raw Rome Art Week, evento culturale che coinvolgerà dal 23 al 28 ottobre l’intera capitale con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e dell’Università La Sapienza.

Una ricerca intimista che si concentra sui corpi e sui volti

«La mia ricerca intimista – ha spiegato Pugliano riguardo alla sua arte – si concentra sui corpi, sui volti, quale tramite di un messaggio che si dissolve a volte in scenari onirico-mitologici, altre in contesti surreali che presentano un carattere più astratto. In alcune mie tele emerge infatti il conflitto tra la tradizione e la contemporaneità, tra la pazienza di chi costruisce un incarnato velatura su velatura e l’istinto che porta a liberare spatolate materiche e pennellate indisciplinate, alla ricerca di un viscerale “punto di rottura”.
Credo che il processo creativo resti sempre un mistero, esso avviene ed è piuttosto la sintesi di ciò che ci spinge a ricercare un senso in questa vita attraverso l’arte. Siamo di fronte ad un groviglio emozionale che attiva sia la razionalità, la visione dettagliata, la logica, sia la creatività, la visione globale, l’intuizione. Tutti questi elementi devono essere appagati, poi sta a ciascuno trovare il proprio equilibrio, ed una volta raggiunto scuoterlo energicamente per evolversi in una costante ricerca artistica».
«Nei quadri di Pugliano – così Daniele Radini Tedeschi, storico e curatore della Biennale di Venezia – emerge una qualità molto alta degli incarnati attraverso le varie velature, i mezzi toni che escono fuori, un’epidermide trattata con una maestria davvero notevole, e questa è una cosa importante perché l’incarnato è la parte del quadro che rappresenta la tradizione e quindi rappresenta un realismo, però poi c’è il soggetto che spesso deriva da tematiche mitologiche o da forme ideali e visioni dell’artista e questo si collega ad una matrice più surreale, intorno vediamo degli sfondi che hanno un carattere a volte astratto e quindi queste tre istanze che si uniscono portano poi la pittrice ad essere molto originale».
«La tecnica sapiente dell’autrice conferisce alle opere un’immediata attrazione», ha commentato Vittorio Sgarbi. «Il corpo nudo o seminudo del soggetto sembra essere la sua ossessione in ogni sua opera. Una ricerca inesausta di posture corporali capaci di raccontare stati d’animo in movimento, l’emozione colta nella sua estensione, nella carne: il risultato è sorprendente».

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