Fratelli ai ferri corti: Giordano e Zocchi presentano divisi la stessa mozione

Luigi Zocchi e Salvatore Giordano

VARESE – Non trovano l’accordo su un nome condiviso per la segreteria cittadina. Fanno richiesta per allestire, in contemporanea, due gazebo (distanti l’uno dall’altro un centinaio di metri) ma senza che “la mano destra sappia cosa stia facendo la sinistra”. L’apoteosi però, arriva con la presentazione di una doppia mozione (in realtà identica) sul medesimo argomento (la guerra in Ucraina) l’una firmata da Luigi Zocchi e l’altra da Salvatore Giordano. Tanto che nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale (mercoledì 9 marzo)risultano due punti distinti. E, verrebbe da dire, per fortuna che sono Fratelli. Ma nella realtà, tra i meloniani varesini, continuano a volare stracci e coltelli.

Lotta intestina

Altro che quadra vicina sulla segreteria cittadina. Balle. Il circolo varesino di Fratelli d’Italia è molto di più che una polveriera. E tutti i messaggi di distensione che sono stati fatti trapelare nei giorni scorsi hanno avuto quale unico fine quello di coprire l’insanabile spaccatura tra le due (o tre) anime che ormai compongono la geografia cittadina del partito. E anche l’idea di fondare in unica realtà il circolo di partito con il contenitore culturale del Tricolore sembra sul punto di tramontare. Ma andiamo con ordine. Partendo dal fatto che i problemi nascono da lontano e che da mesi è in corso una prova muscolare per prendere in mano la direzione della sezione cittadina. Con il Tricolore da un lato (guidato da Mariella Meucci e che conta su Luigi Zocchi in consiglio) che fa leva sulla volontà di rinnovamento e il gruppo di Salvatore Giordano dall’altro che si oppone mettendo sul tavolo la lunga appartenenza al partito.

Sfarinamento

La sconfitta del centrodestra alle ultime amministrative e, all’interno della coalizione, il deludente risultato percentuale (ben lontano dall’obiettivo della doppia cifra), hanno fatto saltare la pace di facciata che regnava in Fratelli d’Italia. Le opposte fazioni hanno litigato su tutto: prima sul capolista, poi sul capogruppo. In consiglio, Zocchi e Giordano, hanno persino preso posizioni agli antipodi. E gli scazzi non hanno risparmiato il circolo, commissariato ormai da un mese e ancora ben lontano dal trovare il nome del nuovo segretario.

Eppure non sono mancati incontri nelle scorse settimane. Riunioni durante le quali sono state rosolate e bruciate candidature. Al punto che, esauriti i nomi, anche il commissario Giuseppe De Bernardi Martignoni ha messo sul tavolo la proposta di dare vita a una “segreteria allargata”. O gruppo di lavoro (chiamiamolo come meglio si creda). Tutti dentro, insomma: esponenti del Tricolore, vecchia guardia di partito, rappresentanti della terza via (né con il Tricolore né con Giordano). «Un modo per non scontentare nessuno», ha commentato qualche Fratello. «Adesso copiamo la Lega, anch’essa commissariata da un gruppo di lavoro», fa notare qualcun altro. «Un modo per istituzionalizzare la lotta intestina interna e lavarsene le mani», aggiunge qualcun altro. In due parole, al di là delle posizioni: la conferma dell’incapacità del partito di esprimere, nella città capoluogo di provincia, una figura capace di essere autorevole e garante delle varie posizioni.

Roba da ridere

E quando manca il perno, l’uomo capace di smussare gli spigoli, di valorizzare le differenze e di trasformare in energia positiva le tossine create da mesi di litigi e divisioni, si arriva a sfiorare il ridicolo. Con la presentazione in consiglio della medesima mozione con però la doppia e distinta firma dei due consiglieri. Tanto che c’è da rimaner sbalorditi nel leggere l’ordine del giorno al punto 9 e 10: se non fosse per il nome del consigliere che cambia, si potrebbe pensare a un copia e incolla sbagliato dall’estensore dell’ordine del giorno. Invece no: è tutta farina del sacco dei meloniani. Sempre meno Fratelli.