Gallarate si prepara ad accogliere 40 ucraini. Sopralluogo alla palestra di Cedrate 

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GALLARATE – In attesa dei decreti governativi per gestire a livello locale l’emergenza ucraina, a Gallarate ci si muove in anticipo per non farsi trovare impreparati. C’è una promessa da onorare, rivolta dall’intero consiglio comunale sabato mattina nell’atrio di Palazzo Borghi alla comunità ucraina: fare qualcosa di concreto «perché in questi casi le parole servono, ma non bastano». La macchina dell’accoglienza si è messa in moto e l’amministrazione comunale, per voce del sindaco Andrea Cassani, si dice pronta a garantire un alloggio temporaneo a 30-40 persone in fuga dalla guerra. «Siamo comunque in attesa di capire i numeri».

La collocazione 

Il primo cittadino ha svolto questa mattina, 28 febbraio, una serie di sopralluoghi per valutare lo spazio pubblico più idoneo da rendere immediatamente disponibile in caso di necessità. Scartate Villa Calderara («non sarebbe destinata a questi scopi e comunque è già utilizzata da Exodus») e all’ex scuola materna di Cedrate per una questione di tempi e costi («Ci vorrebbero settimane prima di poterla rendere fruibile») ecco che la palestra comunale del rione al confine con Cassano Magnago sarebbe pronta nell’immediato per l’accoglienza ed è anche quella con i servizi igienici migliori. Cassani non scioglie ancora le riserve ma fa capire che al momento è la soluzione più accreditata per chi fugge dalla guerra e non può contare su un alloggio garantito dalla rete famigliare.

Profughi e rifugiati 

La soluzione che Gallarate come tanti altri Comuni sta predisponendo andrebbe incontro ai tanti profughi che, temendo per la propria incolumità, stanno lasciando il loro Paese a causa dell’invasione russa ma che sarebbero pronti a rientrare immediatamente a casa una volta che – si spera il prima possibile – venga dichiarato il cessate il fuoco.
Si tratterebbe dunque di una soluzione temporanea, differente invece da chi chiede lo status di rifugiato. In questo caso l’iter è molto più complesso e le prefetture si starebbero già muovendo contattando i Cas (Centro di accoglienza straordinaria) che da anni si stanno occupando dei richiedenti asilo che provengono dall’Afghanistan o dall’Africa con i barconi. Attiva sul territorio di Gallarate in questo settore c’è proprio Exodus. 

Informazioni e alimenti 

Oltre all’accoglienza, il Comune di Gallarate si sta muovendo su altri due fronti fondamentali in situazioni di emergenza di questo tipo: comunicazione e sostegno alimentare. Sul primo, rende noto Cassani, «stiamo preparando una informativa tradotta nella loro lingua che daremo alle persone incontrate sabato mattina». Sul sostegno materiale invece l’amministrazione si sta coordinando con la rete associativa e il mondo parrocchiale per mettere in atto un Piano concreto ed efficace di solidarietà.

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