Covid, monsignor Festa: «Più che triplicati i funerali a Gallarate»

Gallarate Covid monsignor Festa

GALLARATE – C’è un dato che più di ogni altro racconta come la seconda ondata Covid in corso in provincia di Varese sia più dirompente rispetto allo scorsa primavera. A Gallarate, terza città per numero di contagi con ormai più di 2mila persone che hanno contratto il virus, sono più che triplicati i funerali. A dirlo è monsignor Riccardo Festa: «Siamo passati da circa 4 cerimonie funebri alla settimana alle 13 di settimana scorsa».

Il Covid e la fede

Il prevosto della Comunità Pastorale San Cristoforo è intervenuto ieri sera 16 novembre nel videoincontro dal titolo  “Gallarate, il Covid, la fede, le opere”, organizzato dal Centro Culturale Tommaso Moro. Tante le persone collegate ad ascoltare le profonde riflessioni del sacerdote sulla fede e la preghiera. Ma monsignor Festa ha affrontato anche temi attinenti all’attualità di Gallarate, a partire dal voto per chiedere la fine della pandemia rivolto lo scorso 12 settembre con oltre mille fedeli presenti a Madonna in Campagna. «Abbiamo chiesto una grazia perché vogliamo essere guariti. Questa malattia ci sta mettendo alla prova nella salute ma anche nella fede, nel frattempo è arrivata la seconda ondata ma noi continuiamo a credere che da questa crisi vogliamo uscirne insieme al Signore».
Quella grande testimonianza collettiva di fede porterà ora alla realizzazione ad Arnate della Casa di Eurosia, la nuova struttura d’accoglienza per senzatetto e persone in difficoltà. «Abbiamo fatto un voto da 200mila euro», ha ricordato, sottolineando non soltanto l’impegno morale ma anche economico a cui la comunità gallaratese è stata chiamata. «Ma se ho fiducia in Dio, ho fiducia anche nel prossimo».

I miracoli creano conflitti

Don Riccardo crede molto nell’impegno cristiano come aiuto al prossimo in difficoltà («Gesù nel concreto lo incontro quando ti manda i suoi poveri, quelli che vuole lui»), ma non sempre si tratta di un’azione che trova l’elogio della collettività. «I miracoli di Gesù creano sempre conflitto», ha detto, ricordando la raccolta firme contro la Casa di Eurosia. «I poveri creano sempre problemi. Per questo abbiamo riaperto la mensa del Buon Samaritano ma non lo abbiamo voluto dire. Per questo abbiamo aiutato alcune famiglie di Sinti ma non lo abbiamo detto a nessuno,  perché qualcuno di questi, tempo fa, aveva truffato dei cittadini di Gallarate. Ma se tu devi educarli devi prenderli dove si trovano, non è così semplice».
A chi gli ha chiesto come comportarsi con l’amministrazione comunale, che proprio su questa tema ha avuto posizioni discordanti con il campanile, don Festa ha risposto: «Se tu davvero ti prendi cura dei poveri hai bisogno di tutti e ti accorgi che tutti ti sono di aiuto, compreso chi non è schierato dalla tua parte. Quando hai a cuore il bisogno dei poveri hai bisogno di andare d’accordo con tutti, non puoi permetterti di litigare con gli altri. I Sinti li ha aiutati di più l’amministrazione comunale di quanto li ho aiutati io. Questo non significa che approvo cosa hanno fatto».

«A Gallarate faremo una casa per chi non ce l’ha». In mille per il voto alla Madonna

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