GALLARATE – «Ogni morte ci destabilizza, ma questa un po’ di più. Però quanto vissuto di bello in una vita intera non può essere annullato dal male. Se è stato compiuto, chiediamo a Dio di perdonare. E davanti a lui, quel giorno, capiremo quello che oggi fatichiamo a comprendere». Sono parole di conforto quelle espresse oggi, 12 aprile, da don Luigi Pisoni durante i funerali di Nadia Gentili e Roberto Iuliano, morto suicida una settimana fa dopo aver sparato alla moglie nella loro abitazione di Gallarate.
Il malessere di vivere
Secondo gli inquirenti, si tratta di un omicidio-suicido anche se sinora non è stato possibile individuare il movente della tragedia. Il sacerdote durante la predica ha parlato di un «malessere di vivere» e del rimpianto per «non aver capito la loro fatica».
Ma la coppia non ha lasciato nessun messaggio e nella stretta cerchia di conoscenti nessuno aveva avvertito possibili avvisaglie del gesto disperato compiuto dopo 50 anni di vita insieme trascorsi tra la famiglia, il lavoro e il volontariato. A testimoniarlo in chiesa San Zenone i gonfaloni dell’Avis e della sezione cittadina dell’Associazione nazionale Polizia di Stato di cui Iuliano era entrato a far parte dopo una lunga carriera al Secondo Reparto Volo di Malpensa.
La preghiera del volontario
Proprio un collega dell’ex poliziotto ha letto al termine della celebrazione la preghiera del volontario in onore di entrambi. Roberto è stato ricordato come «buono, onesto e operoso, amato e stimato da tutti», mentre Nadia come una persona impossibile da dimenticare per chi le ha voluto bene. Una morte, la loro, senza un perché ma avvolta da un’immensa tristezza.