Gallarate, i “Fratelli” stoppano Forza Italia: «Volete i posti? Prendete i voti»

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I "Fratelli" e il sindaco Cassani al gazebo di qualche giorno fa

GALLARATE – C’è un centrodestra che va d’amore e d’accordo ed è quello che emerge dalla narrazione ufficiale dei partiti scandita da comunicati stampa e dichiarazioni con tanto di virgolette. E c’è un centrodestra dove tutte le questioni rimangono aperte. Perché la verità e che le varie componenti, col fischio, che sono d’accordo su tutto. E questa doppia faccia della medaglia di una coalizione che dice voler andare unita quando unita non è venuta fuori in maniera plastica dal vertice cittadino andato in onda ieri sera (mercoledì 27 maggio). In versione monca per via della defezione di Forza Italia. Ma andiamo con ordine. Partendo proprio dalle rivendicazioni dei berlusconiani, che sono identiche a quelle di Fratelli d’Italia.

Una poltrona per due

Gli azzurri, almeno secondo quanto confermato da tutti i vertici provinciali, hanno strappato un accordo (forse) che prevede in caso di vittoria del centrodestra un vicesindaco e un presidente del consiglio. Senza abbinare al ruolo promesso il nome di una città. Gli indizi, ma anche i sussurri degli insider, però dicono che l’incarico di vicesindaco dovrebbe (o vorrebbero) essere assegnato ai berlusconiani di Gallarate. Ed è proprio qui il primo nodo che prima o poi verrà al pettine. Perché su quella poltrona è già stata posizionata la bandiera di Fratelli d’Italia.

Fratelli che, secondo i ben informati, l’hanno ben fatto capire proprio ieri sera. Senza rivendicare nulla, ma ribandendo le regole d’ingaggio per arrivare a una quadra. Che per il partito della Meloni sono chiare: “A scatola chiusa non si prende niente. Prima si entra in cabina elettorale, poi si aprono le urne e si contano voti, si tirano le somma e infine in base ai risultati si ragiona sugli equilibri e i ruoli da assegnare”.

Mettiamo i voti veri sul tavolo

Un messaggio chiaro sia nei contenuti sia nel destinatario, ovvero Forza Italia. Partito, per una serie di ragioni, che  ha perso consensi e peso politico. “E che – aggiunge più di un esponente del centrodestra (non forzista) non può continuare a dire di non voler posti e poi chiedere al tavolo politico vicesindaco e presidente del consiglio. A Gallarate come a Busto”.

E se ai Fratelli gallaratesi si pone qualche domanda sul fatto che il vice Cassani (in caso di vittoria) debba essere un meloniano, tutti rispondono: “In questo momento è presto per dirlo. Anche perché non riusciamo a capire come mai al voto vanno tre grandi città, ma si tende a parlare solo di Busto e Gallarate, mentre per Varese si vuol fare un discorso a parte. E comunque, se dobbiamo stare a guardare come stanno le cose, diciamo che se a Busto c’è un sindaco di Fratelli d’Italia e un vice della Lega, a Gallarate deve essere esattamente uguale ma a ruoli opposti“.

E gli accordi con Forza Italia? “A parte che – continuano – non c’è nemmeno l’ufficialità sulla candidatura dei sindaci. Detto questo, Forza Italia prima dimostri con i voti quanto pesa e poi si apra il discorso. Anche perché è sempre stato così, anche cinque anni fa a Busto, dove il nostro partito non ha preso un becco di un incarico. Ora perché dobbiamo cambiare i parametri alla base delle decisioni da prendere?”.

E la Lega?

La Lega, a Gallarate, ascolta. E non entra in una querelle già di per sé spinosa e che potrebbe deflagrare anche negli altri grandi Comuni al voto. E la conferma che il Carroccio gallaratese in questo momento abbia scelto di fare “il pesce in barile” arriva dalla battuta finale dei Fratelli: “In fondo perché dovrebbero prendere una posizione i leghisti? Loro qui hanno il candidato sindaco da difendere e “portare a casa”. Il loro ruolo da osservatori è chiaro e comprensibile”.

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