Gallarate, l’appello di Fiab dopo il ciclista morto: «Troppi incidenti. Servono soluzioni»

Gallarate incidente ciclista fiab

GALLARATE – L’incidente mortale sulla Varesina, costato ieri 28 maggio la vita a Nicolò Carboni, rilancia l’allarme sicurezza per chi si muove in città in bicicletta (foto di repertorio). A farsi sentire è “Fiab Gallarate Pedala”, che dice: «Mettiamo davvero una mano sulla coscienza e con serietà si cerchi di dare una svolta alla città».

La petizione 

Secondo l’associazione che promuove l’uso di mezzi alternativi alla macchina in città, è imprescindibile riconoscere «alla base la consapevolezza sui problemi». E continua: «Con queste basi, si possono trovare soluzioni condivise a tutela di tutti. La situazione è oggettiva sotto gli occhi di tutti. Un susseguirsi di incidenti, grazie ad una viabilità caotica. Con la speranza che venga tutelato il diritto di tutti a spostarsi in sicurezza».
Insieme a Legambiente, nei mesi scorsi Fiab aveva lanciato una petizione dal titolo “Sicurezza stradale a Gallarate” che in due domeniche aveva raccolto 292 firme già depositate al Protocollo Generale del Comune di Gallarate. «Ratio dell’ iniziativa – spiegavano – resta sensibilizzare chi prende decisioni sulla necessità di agire, anche in via urgente, verso situazioni che quotidianamente ed in modo continuo nel tempo, minano la normale vivibilità».

L’autopsia 

Nel frattempo la procura di Busto Arsizio ha disposto l’autopsia sul corpo del ciclista 78 enne che ieri ha perso la vita sul ponte di via Varese. La sua bici e il furgone che l’ha travolto sono stati sequestrati e il pm ha richiesto anche una perizia cinematica per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. In via Curtatone, dove l’anziano risiedeva, è tanta la commozione per la sua scomparsa. L’uomo lascia la moglie e quattro figli.

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