Gallarate in lutto: morto Luigi Zanotta. È stato preside dell’Ipsia Ponti per 20 anni

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GALLARATE – «I giovani sono come un periscopio orientato verso il futuro: bisogna solo avere la costanza di stare a guardare e riflettere sul da farsi». Docenti e personale dell’Ipsia Ponti di Gallarate, lo salutano così, con una sua frase. Si tratta di Luigi Zanotta, classe 1937, ingegnere e preside dell’istituto professionale per vent’anni, scomparso lo scorso sabato, 23 ottobre. Se n’è andato «in silenzio e con garbo», scrivono. Qualità che «ha contraddistinto la sua vita di uomo di scuola, illuminato e illuminante».

Il valore della sua guida

Concluse 18 anni fa la sua attività scolastica all’Ipsia Ponti di Gallarate, sede di piazza Giovine Italia. Ma era stato preside anche dell’Itis di via Stelvio, sempre nella Città dei Due Galli. Sotto la sua guida, «il nome del Ponti fu portato in molte parti d’Italia», ricordano. «Contribuendo a livello nazionale a un rinnovamento dell’insegnamento, talvolta con metodi sicuramente innovativi in anticipo sui tempi, con la visione profetica della società e della scuola che solo il lavoro appassionato in mezzo ai giovani  può dare a chi ha il coraggio di guardare lucidamente verso il futuro». Fu sempre grazie a lui – Zanotta è stato per anni presidente dell’Associazione Nazionale Presidi – che gli istituti professionali «andarono incontro ad un radicale rinnovamento». A partire da Progetto ‘92, «di cui lui fu l’anima», iniziativa che portò gli Ipsia a trasformarsi da scuole del “fare” a istituti che «coniugavano saperi più ampi, preparando tecnici che potevano avere davanti orizzonti più vasti».

Una «mente illuminata»

Gli insegnanti del Ponti di Gallarate che lo hanno conosciuto e avuto come preside, lo ricordano per «la grande capacità di tenere insieme la cultura tecnica con quella umanistica, nella volontà di arrivare ad un progetto comune: una scuola di qualità e veramente inclusiva». Proprio ciò che oggi definiscono «un messaggio fecondo che, oltre un presente al quale non possiamo non guardare con preoccupazione, lascia sicuramente una traccia feconda di ottimismo e speranza». Una vera e propria «mente illuminata», dotato di «un’intelligenza non comune» e forte di «idee mai banali, ironia e leggerezza nella sua capacità di raccontare storie». Ma anche con «bontà». Tutte caratteristiche che hanno portato l’istituto di piazza Giovine Italia a essere «una scuola del possibile, al servizio degli studenti e del territorio».

Uomo e preside

Insomma «un preside vero, un vero dirigente». Ripercorrono i suoi passi, il suo contributo, tanto i docenti quanto il personale. Persone che «hanno avuto il privilegio di conoscerlo». Fino a ringraziarlo come «uomo e preside, per la crescita umana e professionale, per l’energia trasmessa e le idee mai scontate, per la capacità di valorizzare e comprendere».

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