Nuovo ospedale, il tempo stringe. Schermaglie FdI-Lega a Gallarate

Gallarate nuovo ospedale mozione

GALLARATEGiovanni Pignataro (Pd) lo ha detto senza troppo girarci attorno: «O si firma entro marzo o l’accordo di programma sul nuovo ospedale decadrà per la terza volta. Sarebbe clamoroso». Il tempo stringe, le incognite non mancano e nel frattempo le condizioni dell’attuale struttura di Gallarate, il Sant’Antonio Abate, peggiorano così come la qualità dei servizi che vengono erogati. Per questo motivo ieri sera, 28 novembre, il consiglio comunale ha deciso di votare all’unanimità la mozione presentata in aula da Michele Bisaccia (Lista Silvestrini) attraverso cui si chiede un incontro con il nuovo assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, «per conoscere quali tipi di azioni saranno poste in essere nell’immediato per rimediare alle gravi criticità dei servizi sanitari offerti» sul territorio. Un voto che non è stato indolore per lo stato di salute della maggioranza, visto che Andrea Zibetti (Lega) ha avuto da ridire sul modo di gestire i lavori dell’aula del presidente del consiglio comunale Giuseppe De Bernardi Martignoni (FdI). Segno evidente che come è andata la discussione non era proprio come i due partiti si erano messi d’accordo in pre-consiglio. 

La sospensiva 

La mozione del centrosinistra, +Gallarate e Ocg, insomma, doveva essere bocciata, proprio come quella sulla forestazione urbana, sulla casetta dei libri e sulle comunità energetiche. A cambiare le carte in tavola è stato Marco Colombo (FdI) che, probabilmente convinto dall’intervento assertivo di Bisaccia, ha chiesto una sospensiva per cercare un accordo. L’intesa è stata trovata anche con il contributo finale del sindaco Andrea Cassani che, chiamato in sala capigruppo, ha dato il proprio benestare sul testo finale frutto della mediazione a riflettori spenti. 

Lo sfogo di Zibetti 

L’apertura alle opposizioni non è però stata indolore, come ha dimostrato l’intervento di Zibetti al rientro in aula. «Apprendo che abbiamo cambiato idea», ha detto il leghista, mostrando il proprio disappunto («Va bene non lasciare nulla di intentato, ma chiamare un assessore appena nominato e in scadenza di mandato non mi sembra una mossa intelligente») prima di prendere di mira Martignoni: «Non si lavora così: due mozioni su due corrette in aula. Per questo ci sono le commissioni. Il Pd la ringrazia, la Lega la invita a rivedere la sua attività». Pronta la risposta del meloniano («Io seguo il regolamento») che poi, a microfoni spenti, si è lamentato con il sindaco per la critica ricevuta dagli scranni leghisti. Poco dopo Cassani ha lasciato il suo posto ed è andato dai suoi per un chiarimento (nella foto in alto). Il caso si è chiuso in pochi minuti, ora resta da capire se non lascerà strascichi. 

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