GALLARATE – L’assessore al Welfare Guido Bertolaso e il governatore Attilio Fontana sono al lavoro per scongiurare la chiusura del reparto di Cardiologia, prevista per il primo giugno. Come? Sarà lo stesso componente della giunta regionale a renderlo noto in una visita in città che effettuerà nei prossimi giorni.
La promessa
Bertolaso e Fontana si sono presi l’impegno nei colloqui telefonici avvenuti ieri 27 maggio con il sindaco Andrea Cassani e il consigliere regionale Giuseppe De Bernardi Martignoni. I prossimi giorni serviranno per mettere in campo una soluzione, anche se non è facile. La Cardiologia è in sofferenza dallo scorso ottobre a causa di una serie di dimissioni e pensionamenti degli specialisti in servizio, tra cui il primario Ivan Caico, che l’ha svuotata di troppi medici. Il passo successivo è stata la sospensione dell’attività di emodinamica dal primo maggio, mentre dal primo giugno era prevista la chiusura definitiva del reparto, con la presenza del cardiologo a Gallarate garantita soltanto in diurno e in notturno su reperibilità.
Mobilitazione totale
Mantenere la Cardiologia sarebbe il primo passo in controtendenza al Sant’Antonio Abate dopo anni di progressivo svuotamento. Prima la Pediatria trasferita a Busto Arsizio, così come l’Urologia e il reparto di Otorinolaringoiatria. Per non parlare della Diabetologia, che a Gallarate fino a qualche anno fa era una vera e propria eccellenza, o la Radiologia, prossima a scelte drastiche visto che ormai sono rimasti soltanto tre medici in servizio.
A differenza del passato, la chiusura della Cardiologia ha però smosso gli animi in città a tal punto da obbligare Regione Lombardia a trovare una soluzione per fare in qualche modo dietrofront. Della politica, della società civile e anche dei professionisti. La dura lettera aperta a Malpensa24 di Roberto Canziani, primario emerito della Cardiologia del Sant’Antonio Abate di Gallarate, non è certo passata sotto silenzio.