Gallarate, il giudice condanna la Pasticceria Gnocchi aperta durante il lockdown 

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GALLARATE – La Pasticceria Gnocchi, multata e sospesa dalla polizia locale di Gallarate durante il lockdown, non solo non ha ottenuto il risarcimento dei danni richiesti al Comune. Il tribunale di Busto Arsizio ha rigettato ieri 5 maggio il ricorso, ha condannato l’attività al pagamento delle spese legali in favore del Comune di Gallarate, ma soprattutto ha stabilito che in quei giorni drammatici della pandemia non poteva esercitare la vendita al dettaglio.

La sentenza 

La vicenda risale ad aprile 2020, in pieno lockdown, quando un’ispezione della polizia locale sorprese la Pasticceria Fratelli Gnocchi regolarmente aperta. 
Ma il giudice Nicola Cosentino, si legge nella sentenza, ha stabilito che «all’epoca dei fatti, non fosse legittimata a proseguire l’attività secondaria di vendita al dettaglio (consentita dal Dpcm dell’11 marzo 2020 al più nella modalità della consegna a domicilio) ma solo ed esclusivamente quella principale di produzione, classificata con codice Ateco 10.71.2». Ne deriva dunque «la piena legittimità della contestazione, da parte del Comune, della violazione nonché dell’ordinanza dirigenziale di sospensione dell’attività».

Il ricorso al prefetto

La nota attività commerciale di Gallarate decise di fare causa al Comune dopo che il prefetto accolse il ricorso e archiviò il verbale impugnato, riconoscendo le sue ragioni. Ma per il tribunale è ininfluente rispetto alla decisione presa: «L’archiviazione del procedimento da parte del prefetto non implica alcun vincolo sulla decisione della presente causa, il cui oggetto è l’accertamento di una condotta colposa del Comune che abbia arrecato un danno ingiusto. Tale danno, dunque, non discende dall’archiviazione del procedimento sanzionatorio e dalla conseguente caducazione del provvedimento di sospensione, occorrendo invece la prova dell’illecito. Gli elementi costitutivi richiesti dall’articolo 2043 del codice civile, tuttavia, non risultano sussistenti, emergendo la piena liceità dell’operato dei funzionari comunali e la legittimità dell’ordinanza di sospensione, a nulla rilevando la decisione del Prefetto di soprassedere all’emissione dell’ordinanza ingiunzione irrogativa della sanzione». 

Parola alla pasticceria

L’avvocato Riccardo Garavaglia, legale della pasticceria di Cajello, parla di «una sentenza profondamente ingiusta, le cui motivazioni sono in espresso contrasto con l’ordinanza prefettizia che come noto aveva annullato la sanzione emessa dal Comune, ritenendo la legittimità dell’apertura della pasticceria. L’oggetto della causa era legato all’accertamento della responsabilità colposa del Comune che aveva emanato la sanzione, in quanto in quel momento era in possesso di tutti gli elementi per valutare la legittimità dell’apertura, ma nonostante ciò aveva ugualmente sanzionato la pasticceria. Sanzione poi ribadisco annullata dal prefetto. Valuterò con la mia assistita la proposizione dell’appello». 

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