Gallarate, il sindaco accoglie gli studenti francesi in visita a Palazzo Borghi

GALLARATE – Gallarate apre le porte alla Francia. Il sindaco Andrea Cassani ha accolto a Palazzo Borghi oggi, 18 febbraio, i ragazzi del Lycée “Claude Bernard” di Villefranche sur Saône, una città a circa 30 chilometri da Lione, per il progetto Transalp. Si tratta si uno scambio individuale che, dal 2015, coinvolge gli studenti del liceo Gadda Rosselli, nello specifico il linguistico EsaBac. L’iniziativa è suddivisa in due fasi: prima gli studenti francesi ospitano gli alunni italiani per un mese, poi sono gli italiani ad accogliere nelle proprie famiglie i loro corrispondenti d’oltralpe.

Il benvenuto

A questo giro è Palazzo Borghi a parlare francese. E il primo cittadino, insieme all’assessore Claudia Mazzetti (Cultura), ha colto l’occasione per raccontare la città, la vita amministrativa, le sedi comunali e le sale dove le forze politiche discutono, si confrontano e prendono le decisioni che poi si trasformano nella Gallarate di oggi. Ma è stata anche un’opportunità per chiacchierare, parlare di musica e sport. Un salotto di benvenuto, insomma.
Ad ascoltarlo, sei alunne dell’EsaBac e cinque coetanei francesi. Con loro la professoressa Claudia Zanon, referente del progetto Transalp che ha fatto traduttore con i ragazzi stranieri. Presenti anche il dirigente scolastico Anselmo Piero Boselli, il referente di internazionalizzazione Sara Curioni e Loredana Poppi, docente di francese nella Terza A del linguistico, la classe coinvolta nel progetto.

Dall’anno del Covid al tentativo ben riuscito

Lo scorso anno, l’emergenza sanitaria ha messo il bastone fra le ruote allo scambio. Motivo per cui è stato realizzato in modo virtuale. Nonostante le difficoltà ha permesso di mantenere i contatti con la scuola partner e di far partecipare tutta la classe. Questo però non ha permesso di avere un confronto diretto con la cultura del paese ospite, incidendo anche sulla possibilità di condividere i percorsi di studio e la vita familiare. Quest’anno, invece, «abbiamo voluto buttarci», non ha negato Zanon. «Ci siamo trovati e la scuola francese si è resa disponibile. E ha funzionato benissimo». I ragazzi di Lione si fermeranno in Italia fino al 6 marzo.

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