Operazione Tigros a Gallarate, Caianiello: «Cassani sapeva, non era contrario»

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GALLARATE – «Dissi a Orrigoni che ci sarebbe stato il consenso all’operazione da parte mia e quindi di Forza Italia, partito che io rappresentavo». Così il presunto burattinaio di un sistema di stecche, finanziamenti illeciti, nomine e appalti pilotati in Lombardia, Nino Caianiello, ha ammesso in un verbale del 3 settembre il caso della presunta corruzione per ottenere una variante di destinazione d’uso di un terreno a Gallarate su cui aprire un nuovo punto vendita Tigros.

Anche Solbiate nel mirino

Tangente per la quale è stato arrestato oggi l’ad del gruppo dei supermercati, Paolo Orrigoni, finito ai domiciliari come Lara Comi, accusata di altri fatti. Stando a Caianiello, dalle cui dichiarazioni prende oggi vita il nuovo filone di inchiesta, anche il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, indagato per turbativa d’asta nella maxi inchiesta Mensa dei poveri diede una «garanzia» ad Orrigoni su quel punto vendita, «non era contrario all’operazione – ha aggiunto – ma semplicemente voleva evitare di esporsi, dando l’apparenza di voler favorire Orrigoni». Per Orrigoni c’è anche un’indagine aperta dalla procura di Busto Arsizio dove è indagato per induzione indebita: avrebbe dato una consulenza alla compagna del capo dell’ufficio tecnico del comune di Solbiate Olona, per facilitare l’apertura di un nuovo Tigros.

Fontana: «C’è qualcosa che noi non sappiamo»

Sui nuovi arresti è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, i cui uffici sono stati, pochi giorni fa, oggetto di perquisizione da parte della guardia di finanza.  «Non c’è nessun commento da fare, aspettiamo gli esiti di queste ulteriori indagini e cerchiamo di capire cosa sia successo, sinceramente dai giornali si capisce molto poco». Ha detto Fontana. E su Orrigoni, candidato dal centrodestra nel 2016 a sindaco di Varese, come suo successore: «Anche lì – ha commentato il governatore – bisogna cercare di capire da cosa derivi la necessità di un provvedimento del genere, se come sembra per fatti che gli erano già stati contestati. Quindi evidentemente c’è qualcosa che noi non sappiamo». I provvedimenti scattati oggi derivano di fatto dalle nuove dichiarazioni rese da Nino Caianiello alla procura di Milano.

I dubbi di Raffaele Cattaneo

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