L’attualità raccontata con l’istant theatre: al Galleria la satira di Enrico Bertolino

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LEGNANOUn uomo solo in scena per settantacinque minuti di narrazione umoristica, insieme a due musicisti polistrumentisti che lo accompagnano colorando il racconto di sonorità suggestive e rivisitando in chiave ironicamente attuale motivi famosi. Oggi, sabato 12 febbraio, Enrico Bertolino è in scena alle 21 al Teatro Galleria (i biglietti sono disponibili a partire da 35 euro al Disco Store di piazza San Magno a Legnano o sul circuito TicketOne) nella triplice veste di comico, narratore ed esperto di comunicazione con il suo nuovo spettacolo “In medio stat virus”.

I paradossi e le contraddizioni della realtà circostante

L’instant theatre è una formula di teatro incentrato sull’attualità inventata da Bertolino e Luca Bottura e sviluppata con Massimo Navone. Cambia ogni sera e negli anni ha dato vita a spettacoli sempre diversi trattando di elezioni, referendum, pandemia e adottando sottotitoli nuovi come nel caso del “distant” theatre durante i mesi difficili del lockdown. Il comico milanese racconta i paradossi e le contraddizioni della realtà circostante cucendoli con un filo narrativo che si rinnova a ogni edizione, adeguandosi ai temi dominanti del momento e spaziando dalla cronaca, alla politica, all’osservazione dei nuovi fenomeni sociali, con riferimenti alla storia passata e recente.

Cronaca, comicità e politica sulle assi di un palcoscenico

Narrazione, attualità, umorismo, storia, costume, cronaca, comicità e politica (che spesso sono la stessa cosa) si incontrano sulle assi di un palcoscenico modificandosi giorno per giorno: la pandemia che non è mai post, nevrosi, tamponi prima e dopo le feste, il vivere quotidianamente su Facebook e sui social network e la nuova digitalizzazione forzata. Potenti e impotenti sono raccontati con ironia pungente ma mai moralista, ché siamo comunque tutti italiani, e infilati in un pretesto narrativo che spazia dalla cronaca alla Storia, maestra di vita che da sempre lavora in Dad: chi dovrebbe ascoltarla, quasi sempre sta su TikTok.

Uno spettacolo per demolire le proprie convinzioni

“In medio stat virus” è uno spettacolo pensato apposta per demolire le proprie convinzioni e farsene delle nuove, se possibile ancora più incerte e confuse, non senza un uso ironico e autoironico della musica, del centone, della rivisitazione. Cantare perché passi, cantarsi addosso. Senza vergogna.
Dalla fase 1, «dura, difficile, pesante per molti. Anche per chi beveva come idrovore e mangiava come autoclavi». Alla fase due, «quando ci siamo illusi che il virus avesse mollato la presa e abbiamo scoperto che era una grande presa per el Kū». Fino alla fase 3. Dove regna una sola certezza: qualunque cosa succeda, non ripetere mai più la frase “Andrà tutto bene” senza prima sfregare scaramanticamente qualche ammennicolo.
Perché «per noi reduci dal divano al balcone dalle zone dai colori cangianti e dai vaccini russi/cinesi/inglesi/americani, dalle teorie fantascientifiche dei novax, ai medici con le braccia al silicone, alla nuova variante Omicron c’è solo una soluzione: prepararsi al meglio. Seguire i pratici e inutili consigli di un tizio che non saprebbe darli neppure a sé stesso. Capitalizzare le esperienze di chi non ha alcuna autorità per trasmetterle. Cioè il sottoscritto. Bene, no? In fondo sì: perché se stiamo attraversando il deserto, meglio farlo sorridendo in compagnia di un guitto o un giullare, senza fare sconti a nessuno anche per aiutare i lavoratori dello spettacolo». Musica, satira, rassegna stampa fasulla più vera di quella vera, battute, affabulazione in una pratica confezione di settantacinque minuti.

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