Gazzada unita per Daniele. Il sindaco: «Da evento tragico crescita per la comunità»

Gazzada Daniele

GAZZADA SCHIANNOUna comunità unita e composta nel silenzio di fronte ad un fatto tanto tragico quanto inaspettato. Gazzada Schianno ha risposto con molta partecipazione e rispetto al lutto che ha colpito il piccolo Daniele Paitoni e la sua famiglia. All’indomani del funerale l’amministrazione comunale ha illustrato le iniziative di supporto psicologico che sono state intraprese per aiutare la cittadinanza al fine di superare un momento così difficile, grazie all’aiuto di una rete che ha coinvolto tanti soggetti. Incontri specifici si svolgeranno per i compagni di scuola di Daniele.

Una rete unita per Gazzada

In un videoincontro con la stampa il sindaco Paolo Trevisan questa mattina, 8 gennaio, ha voluto dar voce a tutte le realtà del paese che in questa difficile e lunghissima settimana si sono strette intorno alla famiglia di Daniele e ai residenti. Una rete coesa che ha visto protagonisti oltre all’amministrazione comunale anche la parrocchia e la scuola, con il supporto dell’associazione Emdr Italia. Tutte le istituzioni hanno fatto squadra per guidare la comunità di Gazzada in un momento così complesso. «Sono state giornate molto difficili per il nostro paese – ha detto il primo cittadino – un fatto così doloroso ci ha trovato piuttosto sprovvisti. Il nostro unico desiderio è mettere in atto tutto quello che è possibile affinché questo tragico evento possa portare qualcosa di positivo, una crescita. Gazzada non è una città, qui si diventa subito parte della comunità fin da bambini e Daniele lo era con la sua personalità molto aperta e allegra».

Una comunità in ascolto

Il sindaco ha poi descritto le sensazioni che ha provato in occasione del rito funebre di ieri. «Durante la funzione religiosa io stesso non sapevo se tremavo per il freddo o invece solo per l’emozione nel dover salutare la perdita di un innocente come Daniele». Una partecipazione commossa e rispettosa, come è stata quella di tutta la comunità, sia nel corso delle esequie che in occasione della serata del 5 gennaio, un primo momento di supporto psicologico offerto alla popolazione per aiutare tutti a superare il trauma. «C’è stata una grande compostezza tra le persone, e quello che mi ha colpito è stato questo silenzio, questo rispetto per chi parlava e questo ascolto. La comunità di Gazzada ascoltava, non per giudicare quello che è successo ma per cercare di crescere e andare oltre. Una comunità che forse per la prima volta di fronte ad un fatto così raro sta dimostrando il meglio di sé».

Gazzada Daniele

Il ruolo di parrocchia e scuola

Il parroco don Stefano Silipigni ha sottolineato la positività dell’unione tra le varie forze in campo. «La comunità di Gazzada Schianno ha tante risorse importanti che collaborano – ha osservato – questo evento è molto grave ed esprime un malessere profondissimo che noi a volte stentiamo a vedere. Un problema sociale che è un fulmine a ciel sereno, ma fino a un certo punto. Per questo è importante attivarsi immediatamente e mantenere accesa la riflessione su questo tema». Angela Botta, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Don Guido Cagnola, si è invece soffermata sull’attività svolta in vista del rientro a scuola dei compagni di Daniele. «Quanto accaduto ha destato in tutti noi disorientamento, ma poi è emerso subito il bisogno di capire come gestire queste emozioni e ci siamo chiesti come riprendere con le attività didattiche dopo le festività natalizie». La scuola ha convocato un consiglio di istituto e dopo la cerimonia funebre di ieri c’è stato un incontro con i genitori delle classi seconde (quella che frequentava Daniele) per spiegare come trattare l’argomento con i bambini nel modo più delicato possibile.

Come superare il trauma

Proprio ai coetanei di Daniele saranno dedicati degli incontri specifici organizzati dall’associazione Emdr Italia, che si è già occupata dell’appuntamento aperto a tutta la cittadinanza che si è svolto lo scorso 5 gennaio. «C’è stato un primo incontro di psicoeducazione con i genitori, di orientamento sulle reazioni proprie e altrui – spiega Stefania Sacchezin per l’associazione – mentre sulle classi che erano a contatto in maniera più vicina a livello emotivo e fisico con Daniele, ovvero le seconde, entreremo direttamente per lavorare con i bambini. Ci sono dei protocolli specifici che permettono di far lavorare i bambini su emozioni, ricordi e pensieri, per aiutarli a mettere in campo le loro risorse per sviluppare reazioni post trauma».

Gazzada Daniele

Una comunità ferita

La referente dell’associazione si è poi soffermata sul lavoro già svolto in questi giorni in seguito alla tragica notizia. «È importante costruire un senso di sollievo in una comunità ferita. Da subito si è cercato di mettere in protezione prima di tutto i familiari, cioè le vittime dirette, e contemporaneamente i referenti di amministrazione pubblica, scuola e oratorio, che sono a contatto con il sentire della popolazione». L’esperta ha spiegato come un evento del genere vada a colpire in maniera molto forte in particolare i più piccoli. «La vittima è stata Daniele, ma essendo un bambino dal punto di vista psicologico tutti i bambini si sono sentiti vittime di un pericolo. La comunità si sta prendendo cura del proprio dolore e sta cercando di affrontarlo insieme, per superare tutto lo shock che ancora si sente nell’aria».