Giallo sulla proroga del Documento di piano per Legnano: «Si poteva fare», «non è vero»

legnano manifattura vendita asta

LEGNANO – Diventa un giallo la scadenza del Documento di piano (Ddp) del Piano di governo del territorio per la città di Legnano. «Un grande disastro che non è avvenuto in nessun altro comune della regione» per le opposizioni; «non un errore, ma un atto voluto per il bene della città» a detta della giunta, sindaco in testa. Nella riunione della commissione urbanistica di oggi, giovedì 13 aprile, richiesta da tutti i consiglieri di minoranza, la questione è ruotata intorno alla possibilità o meno di prorogare tale Documento, o di approvarne uno nuovo, per non fermare tutti gli investimenti immobiliari, a partire da quelli per le aree dismesse, fino all’approvazione del nuovo Pgt che richiede una lunga procedura.

Opposizioni: «Farlo scadere ha paralizzato la città»

«Il Ddp si poteva riproporre – è la ferma convinzione espressa da Franco Brumana (Movimento dei Cittadini) – e poi modificarlo in qualsiasi momento. Tutte le amministrazioni comunali fanno così, solo Legnano no. Averlo fatto decadere è un fatto estremamente pesante e incredibile, così non è possibile ricevere progetti né fare nulla sulle aree dismesse, compresa la ex Manifattura (nella foto in alto) che era fra i punti fondamentali della campagna elettorale di tutti i partiti, compresi quelli di maggioranza. A metà mandato siamo punto e a capo. Inoltre il danno erariale di 60.000 euro all’anno sui mancati introiti dell’Imu su quelle aree è sottostimato, perché non tiene conto di alcuni importanti ambiti di trasformazione quali ex Gianazza, ex Tosi, ex Crespi.

«Come se non bastasse, il sindaco in un’intervista a Malpensa24 ha detto che non è stato un errore ma che lo rivendica fortemente. Questo rappresenta una perdita di credibilità dell’istituzione comunale, non si possono dire certe cose che non stanno né in cielo né in terra».

La giunta: «Scelta precisa, nulla è perduto»

Per contro, l’assessore Lorena Fedeli ha ribadito che «la scadenza del Ddp (avvenuta a giungo scorso) è stata una precisa scelta politica, come quella di rifare il Pgt nella sua totalità per sbloccare ambiti di trasformazione fermi da 15 anni. Nessun documento è stato lasciare scadere, il Pgt risale al 2008 e non riflette le tante novità intercorse, basate su rigenerazione e sostenibilità, l’invarianza funzionale e idraulica, la ridefinizione del piano dei servizi in una visione policentrica, la possibilità di sviluppo in altezza dei fabbricati per liberare spazi al suolo; infine, la riduzione del consumo di suolo. Così non la pensa solo l’amministrazione Radice, ma gli stessi investitori negli incontri avuti con noi.

«Non si sta sprecando tempo. Nella ex Crespi ed ex Bernocchi si sono già attivati lavori propedeutici, come demolizioni e indagini preliminari del suolo per eventuali bonifiche. Il Ddp non poteva essere prorogato come avvenuto in altri comuni, abbiamo avviato il processo di variante generale già nell’agosto 2021: un percorso all’insegna di trasparenza e partecipazione, a differenza di quanto qualcuno vuol far credere. Altro che amministrazione inattiva: per le 38 aree in oggetto sul territorio, abbiamo tenuto 150 incontri con gli operatori nel solo 2022, di cui 60 per gli ambiti di trasformazione».

Il tecnico: decisiva la legge sul consumo di suolo

La giunta ha portato a proprio favore il parere tecnico di Angelo Armentano del centro studi Pim, che assiste i Comuni nella redazione dei Pgt: «I Ddp approvati dopo la legge sul consumo di suolo del 2017 non possono essere prorogati. Il vecchio Pgt non ha stimolato gli investimenti, occorrono incentivi adeguando tutti gli studi di settore. Il piano deve adattarsi ai cambiamenti economici e sociali, superando il concetto di ambiti solo residenziali, commerciali, produttivi pensando a un pacchetto di soluzioni funzionali. E per questo è necessario tanto tempo».

Minoranze sempre sulle barricate

Per Letterio Munafò (Forza Italia) la soluzione a ogni dubbio c’è: «Se era possibile fare il rinnovo del Documento, il Comune poteva e doveva farlo; se no, parliamo del nulla. E qui l’assessore Fedeli è stata chiara, dicendo che non era possibile in base alle nuove normative sopraggiunte. Se è così, rinnovare il Ddp sarebbe stato tempo perso, perché quel documento sarebbe stato destinato alla bocciatura di Città metropolitana».

Fra gli altri commissari di minoranza intervenuti nella discussione, Federico Amadei (gruppo misto) si è chiesto «perché solo ora l’amministrazione rivendica la decadenza del Ddp come una scelta», mentre Francesco Toia (Toia Sindaco) ha ribadito che «così non si attirano gli investitori. E uno dei più importanti (Officine Mak, nda) ha detto che non muoverà mai più una ruspa su Legnano. È la perdita più grave per una città. E poi perché prima d’oggi non avete mai convocato una commissione su un tema così importante?».

Per Gianluigi Grillo (Fdi) «quello a cui assistiamo lo avevo detto un paio d’anni fa, ovvero che sarebbero scappate tutte le operazioni immobiliari in città, fermandola sul piano edilizio». Infine Daniela Laffusa (Lega) si è rivolta alla giunta in questi termini: «Con quello che avete fatto, avete condannato l’intera città all’immobilismo, a partire dalla Manifutura che era il cavallo di battaglia della maggioranza. Abbiamo assistito a un’altra prova della vostra arte di mistificazione nel raccontare bugie su bugie ai legnanesi, per nascondere la vostra inadeguatezza».

legnano pgt commissione urbanistica – MALPENSA24