GALLARATE – Il Comune di Gallarate è al lavoro per attivare in città tre Comunità energetiche rinnovabili, una per ciascuna area geografica convenzionale di appartenenza attraverso cui è diviso il territorio comunale in base alla collocazione delle cabine primarie. Ad annunciarlo questa sera, 13 aprile, in Commissione l’assessore all’Urbanistica Sandro Rech.
Mancano i decreti attuativi
Il confronto richiesto dalle opposizioni che da mesi premono per le Cer è avvenuto. L’amministrazione comunale ha confermato la volontà di muoversi in questa direzione, ma ha voluto smorzare facili entusiasmi. Perché al di là degli annunci, ha sottolineato Rech, «Ci sono dei Comuni che hanno fatto manifestazioni di interesse, ma le Comunità energetiche non sono ancora partite. Non si possono mettere a terra i progetti perché non ci sono ancora i decreti attuativi». C’è invece da inviare in Regione entro il 30 aprile la manifestazione d’interesse per la presentazione di progetti di Comunità energetiche rinnovabili nel tentativo di intercettare una fetta dei 20 milioni di euro che Palazzo Lombardia ha messo sul piatto. «E su questo ci stiamo muovendo, così come abbiamo già incontrato alcuni operatori. Enel X inoltre ci sta predisponendo una ipotesi progettuale per la posa dei pannelli sopra la piscina di Moriggia».
Piedi di piombo
Nel giro di interventi Thomas Valentino (Lista Cassani) ha ribadito alle minoranze «la volontà di lavorare insieme» così come la ferma intenzione di procedere con i piedi di piombo. «Dobbiamo essere obiettivi e onesti coi cittadini. Ci sono ancora tanti e troppi punti da chiarire che a me preoccupano». Senza dimenticare la chiosa di Rech: «Quante comunità energetiche servirebbero per coprire il fabbisogno di energia del solo Comune di Gallarate che è di 2,9 giga?». La domanda è retorica per dire che «le Cer sono belle, ecologiche, ma non sono la soluzione di tutti i mali».