Opposizioni furiose per il Documento di Piano lasciato scadere a Legnano

legnano urbanistica opposizioni pgt

LEGNANO – Un comunicato congiunto per spiegare ai cittadini «le ragioni della inusuale convocazione della commissione consiliare» urbanistica: lo hanno divulgato oggi, martedì 28 marzo, tutti i consiglieri di minoranza di Legnano dopo quelli che ritengono «gravi inadempimenti» della giunta Radice e i «tentativi di mistificazione» da essa operati sullo stato delle cose.

Secondo le opposizioni, la scadenza del Documento di Piano, alla base di ogni strategia di sviluppo della città per il futuro, comporterà un grave ritardo nel recupero di numerose aree urbane dismesse, oltre a consistenti danni erariali per il Comune. «Sarebbe stato sufficiente – suggerisce uno dei firmatari del comunicato odierno – riproporre il Documento di Piano scaduto per non paralizzare gli investimenti nella città, mentre puntare tutto sul nuovo Piano di governo del territorio allungherà di molto i tempi».

Di seguito, un’ampia sintesi del comunicato sottoscritto dai consiglieri Brumana (Movimento dei Cittadini), Amadei (Gruppo misto), Carvelli, Franco Colombo, Grillo (Fdi), Francesco Toia, Romano Colombo (Lista Toia), Carolina Toia, Laffusa (Lega) e Munafò (Fi).

La pianificazione urbanistica costituisce la parte più importante del governo della città, ma ciò nonostante è stata sottovalutata e trascurata, tanto che non è stato nemmeno predisposto il nuovo Documento di Piano nel termine fissato dalla legge regionale. A causa di questo grave inadempimento, il precedente Documento di Piano è definitivamente scaduto e gli ambiti di trasformazione previsti dal Pgt sono considerati “zone bianche” e non pianificate: possono essere edificate, se esterne al centro abitato, con una volumetria massima di 0,03 metri cubi per metro quadro e, nel caso di destinazione produttiva, con l’ulteriore limite del 10% di superficie coperta. Nel centro abitato, invece, sono consentiti solamente interventi di manutenzione o di restauro di edifici esistenti.

In mancanza del Documento di Piano non è possibile nemmeno la presentazione di programmi integrati di intervento, se non sono stati preceduti dall’approvazione di un documento di inquadramento, che è stato deliberato solamente per l’area della ex Gianazza.

Gravi conseguenze per la città

La maggioranza ha tentato di mistificare questi suoi inadempimenti e le connesse gravi conseguenze per la città, approvando con una delibera di giunta un documento di indirizzo per la futura variante generale del Pgt denominato “Legnano oltre la città”. Ha mantenuto il segreto sull’elaborazione della delibera per evitare ogni confronto fino al momento della pubblicazione dell’atto già perfezionato ed esecutivo. Eppure, trattandosi di indirizzi vincolanti per il futuro Pgt, l’approvazione sarebbe stata di competenza del consiglio comunale. Comunque, è un documento irrilevante perché non prefigura alcuna pianificazione urbanistica e si limita alla ripetizione di ovvietà e di buoni propositi condivisibili da tutti e applicabili, per la loro genericità, a qualsiasi città.

Le conseguenze derivanti dall’inerzia della giunta Radice sono pesanti perché gli ambiti di trasformazione, che comprendono le più importanti aree dismesse e che hanno un valore strategico enorme per le loro dimensioni e la loro ubicazione, resteranno bloccati finché non sarà approvato, con una procedura molto lunga e complessa, il nuovo Pgt.

Investitori in fuga

Persisterà così la mancanza di iniziative per ovviare il costante declino della città, che si sta trasformando in una periferia dormitorio della grande Milano, e si rischierà di perdere le occasioni di sviluppo derivanti dall’interessamento di alcuni operatori, che saranno indotti a dirottare altrove i loro investimenti, così come ha già dichiarato di voler fare la proprietà della ex Manifattura.

L’avvenuta scadenza del Documento di Piano comporta anche il danno erariale della diminuzione delle entrate dell’Imu, perché questa imposta comunale è calcolata sul valore dei terreni edificabili, che negli ambiti di trasformazione ora dispongono di una volumetria irrilevante.

Mancata partecipazione e trasparenza

La chiusura ad ogni seria partecipazione e la totale mancanza di trasparenza, nella fase precedente alle decisioni definitive, ha impedito ogni apporto collaborativo da parte di chi ama la città e delle minoranze consiliari. Questo atteggiamento, purtroppo tipico della ristretta oligarchia che governa Legnano a suo piacimento con la forza dei numeri garantiti da consiglieri di maggioranza particolarmente remissivi e ubbidienti, assume una particolare gravità nella politica urbanistica cittadina.

Occorre quindi aprire un varco nel muro di silenzio eretto dalla giunta Radice sulle questioni del blocco degli ambiti di trasformazione. Pertanto i consiglieri comunali di minoranza hanno assunto l’iniziativa straordinaria di richiedere la convocazione della competente commissione consiliare, ai sensi dell’art. 16 del regolamento del consiglio, al fine di avviare un confronto aperto e pubblico sugli inadempimenti del Comune di Legnano e sulle misure per contenere i danni arrecati alla città.

legnano urbanistica opposizioni pgt – MALPENSA24