Giorgetti alla Elmec: «Bianchi è il candidato dei varesini. Non di Salvini»

VARESE – Un Giancarlo Giorgetti tanto ministro dello Sviluppo Economico e poco politico. E che sotto «questo cielo del Nord che è bello quando è bello, ma anche quando non è bello come questa mattina», concede una lezione di pesca sul lago, con qualche consiglio per il candidato Matteo Bianchi: «Oggi va tanto di moda lo yoga, ma vi garantisco che quattro ore di pesca in silenzio e soli con se stessi in mezzo al lago sono molto più utili di tutte quelle tecniche di rilassamento che vanno per la maggiore».

«Bianchi non è il candidato di Salvini»

L’unico strappo al copione “economico”, che ha caratterizzato la visita del ministro in alcune aziende varesine (oggi, venerdì 1 ottobre), a partire al Data center della Elmec di Brunello, Giancarlo Giorgetti lo concede, con un un pizzico di ironia, per sfilare il timbro salviniano sulla candidatura di Bianchi. «Matteo non è né il candidato di Giorgetti, né il candidato Salvini. Matteo Bianchi è il candidato dei Varesini».

L’Italia che non si vede e che lavora

Il leghista meno social, al punto che prima di entrare in Elmec chiede: «Ma come si fa un twitter?», conosce bene la realtà della Elmec, ma per la prima volta visita il quartier generale del Data center. Emblema di impresa al passo con i tempi e dove il presente è già futuro. Ma non nasconde il suo stupore quando entra nelle sale dedicate ai server. E prende spunto per calibrare il suo intervento sulla sfida alla quale è chiamato tutto il Paese. «Il Covid è stato un punto di rottura sotto tutti i punti di vista. E ora abbiamo davanti a noi grandi rischi, ma anche grandi opportunità. E dobbiamo essere bravi a cogliere le occasioni. I soldi ci sono, sono quelli Pnrr. Ma per spenderli bene dobbiamo puntare sui giovani e sugli imprenditori. E sulle imprese come la Elmec, che oltre a una visione del futuro ha radici nel suo territorio. E lo Stato non deve “fare impresa”, bensì dare regole semplici, chiare e soprattutto certe».

Giorgetti, lo zen e l’arte della pesca

Il ministro arriva puntuale alle 9, ma in prima battuta “dribbla” la stampa: «Cosa volete che vi dica a quest’ora del mattino?». E accompagnato da Rinaldo Ballerio, Matteo Bianchi, Mirko Reto ed Emanuele Monti, s’infila nel Data center. Alla fine del tour, al momento del coffe break sulla terrazza dall’azienda, vien fuori il Giorgetti che non ti aspetti. Sorrisi e battute che fanno sembrare lontano anni luce le ultime tensioni interne al Carroccio e il dibattito politico sulla due Leghe. Ma qui è abile anche Ballerio, che prima butta lì l’ipotesi di un Giorgetti premier, davanti alla quale il ministro risponde con un gesto scaramantico e poi idealmente lo porta sul “suo” lago di Varese.

Acque che sciolgono tensioni, tanto che il ministro concede una lezione sulla pesca di lago, mette in dubbio (ridendo) che Bianchi conosca i benefici che dà a livello psicologico e promette di insegnargli i segreti, ma solo dopo che ha vinto le elezioni. «Qualche ora in mezzo al lago a pescare è meglio di ogni tecnica di rilassamento oggi alla moda».