Giro d’Italia, Davide Bais (Eolo Kometa) imperatore sul Gran Sasso

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CAMPO IMPERATOREI 2130 metri s.l.m. di Campo Imperatore (Gran Sasso) incoronano Davide Bais: il 25enne della Eolo Kometa vince la 7^ tappa del Giro d’Italia 2023 in uno sprint in salita davanti a Karel Vacek (Corratec Selle Italia) e Simone Petilli (Intermarché Circus Wanty).

Il corridore trentino strappa anche la maglia azzurra a Thibaut Pinot, mentre non arriva nessuno scossone per quanto riguarda le altre maglie: nel primo vero arrivo all’insù della corsa rosa, ci si aspettavano gli scossoni dei big. Invece, calma piatta e gloria ai tre attaccanti del giorno.

LA CRONACA

Coi ritiri causa-covid di Nicola Conci e Giovanni Aleotti, sono 169 i corridori a mettersi in marcia pedalante da Capua sotto una pioggerella continua, con l’Alpecin che si ritrova con sei uomini. Dopo sette chilometri si forma una fuga a quattro: Mattia Bais (Eolo Kometa) è il primo a muoversi, ma a formare l’azione giusta sono il fratello Davide, Simone Petilli (Intermarché Circus Wanty), Henok Mulubrhan (Green Project Bardiani Csf Faizanè) e Karel Vacek (Corratec). Il gruppone preferisce risparmiare le energie fisiche e mentali, e li lascia andar via.

I primi novanta chilometri di falsopiano, che portano da Campania ad Abruzzo via Molise, scorron via tra mantelline e gambali con un distacco che tocca i dieci minuti. E anzi li supera dopo il Gran Premio della Montagna di Roccaraso, che riporta un clima atmosferico sereno sulla carovana e riduce i battistrada a un terzetto: l’eritreo Mulubrhan ha sofferto il freddo d’inizio gara e si è rialzato.

Petilli (che si gode la maglia rosa virtuale), Bais (che si è preso di forza il GPM) e Vacek senior (il fratellino Mathias, non presente qui al Giro, è neoprofessionista della Trek Segafredo) in discesa sfiorano i 13 minuti di vantaggio fino al traguardo volante di Bussi sul Tirino, conquistato da Davide Bais stavolta senza contesa alcuna. Il trio di testa procede concentrato e regolare sul successivo tratto pianeggiante, che precede gli ultimi 43 km decisivi: la lunga scalata del Gran Sasso.

Di passo, senza strappi, col graduale distacco in coda delle ruote veloci e di quelle che hanno tirato maggiormente nella sezione precedente del percorso, il gruppo trainato dalla DSM del leader Leknessund rosicchia sì terreno, ma molto lentamente. Nessuna squadra dei big si prende responsabilità, i tre al comando superano i 210 chilometri faccia al vento e vanno clamorosamente a giocarsi la vittoria (per tutti e tre sarebbe la prima in carriera) e spartirsi il podio di giornata.

Il più esperto Petilli in questo caso pecca di “eccessivo sforzo” e quando prova a tirare la volata lunghissima nell’ultimo chilometro si pianta. Approfitta del momento Bais, che va a cogliere il primo successo in carriera e fa esplodere di gioia Ivan Basso e tutto il team di Busto Arsizio due anni dopo quello Zoncolan di Fortunato (a proposito, la Eolo è venuta qui per capitan Lorenzo e si ritrova col più giovane dei “fratelli di fuga” in trionfo: così è la vita). Dietro di lui Vacek, che dopo un continuo elastico sull’asperità conclusiva trova le forze per prendersi il secondo posto.

Domani 207 chilometri da percorrere per l’ottava tappa da Terni a Fossombrone.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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