A Busto il tessile vede rosa: una mostra sul “colore dell’aurora” per Miniartextil

Manuela Maffioli (al centro) con Erika Montedoro e Luigi Giavini

BUSTO ARSIZIO – Campionari tessili e prove di stampa e di tintura in mostra al Museo del Tessile per “Rosa. Quando la chimica diventa poesia“, esposizione collaterale alla rassegna di fiber art Miniartextil, che celebra “il colore dell’aurora”, come l’aveva chiamato Luigi Giavini, benemerito e storico del tessile, in un suo libro del 2010, in cui ricordava che uno dei primi coloranti rosa per il tessile era infatti chiamato “eosina”, proprio dal nome della dea greca dell’Aurora.

Operazione culturale

«Questa è più di una mostra – la definisce Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla cultura e allo sviluppo economico di Busto Arsizio – è un’operazione culturale che vuole accendere un faro sulla produzione tessile, che non è solo passato e presente, ma anche futuro. In una città che fino a qualche anno fa era convinta che il tessile fosse morto e ora sta riconquistando l’orgoglio e la consapevolezza dei suoi tanti punti di forza sul tessile».

Rosa alchemico

“Rosa alchemico” è il titolo di questa edizione di Miniartextil, e il rosa sta permeando la città tra drappi ed eventi “fuorisalone”. Da oggi, 12 maggio, al secondo piano del Museo del Tessile il colore rosa è al centro di un focus che tocca il mondo della chimica tessile, di cui Busto Arsizio – l’ex Manchester d’Italia che, come ricorda Maffioli, «nel panorama delle città tessili si distingue per il fatto di ospitare l’intera filiera» della produzione, fino alla tintura e alla stampa – vanta ancora delle eccellenze.

L’eredità del tessile

E sono proprio alcune di queste imprese – C. Sandroni & C., Beppetex e Tintoria Vago – ad aver avuto un ruolo di primo piano nella mostra, curata dalla conservatrice del Museo Erika Montedoro, con la consulenza tecnica di Luigi Giavini. Il quale, da “innamorato” del tessile, ha idealmente «un passaggio di consegne della passione per questo settore che è da trasmettere alla città per incentivare i giovani a scoprire una cultura tessile che dà lavoro ma che è anche arte e bellezza», alla presenza degli imprenditori Piero e Federico Sandroni (C. Sandroni & C.) e Giuseppe Tronconi (Beppetex), ma anche del neo-presidente della sezione di Busto Arsizio dell’AICTC (Associazione Italiana di Chimica Tessile Coloristica) Giovanni Sommariva.

Le “chicche”

Nello «spazio per piccole mostre didattiche e focus tematici», come lo definisce Erika Montedoro, inaugurato con la mostra dedicata ai 40 anni del Tarlisu in occasione del Carnevale, sono esposte anche chicche come una busta campionario del cotonificio Cantoni, un manoscritto di appunti di Franco e Adolfo Koller del cotonificio Cantoni, un raro esempio di stampa Vigoreux per la lavorazione del nastro di lana o misto, un campione di tessuto stampato con tecnica degradé, che andava di moda negli anni ’70. La mostra sarà visitabile fino all’11 giugno (dal martedì al giovedì 14.30-18, venerdì 9.30-13 e 14.30-18, sabato 14.30-18.30, domenica 15-18.30) e sarà una tappa delle visite guidate per le scuole a cura della Didattica Museale.

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