Giro d’Italia, Healy sbanca Fossombrone. Il Covid ferma Ganna

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Ben Healy vittorioso a Fossombrone. Domani al Giro la cronometro di Cesena

FOSSOMBRONE – Il team dalla maglia rosa batte un colpo nella corsa rosa, ed è l’ottava diversa squadra vincitrice in altrettante tappe di questo Giro d’Italia finora. Nel giorno del 114° compleanno del Giro, infatti, Ben Healy (EF) vince l’8^ frazione a Fossombrone coronando quasi duecento chilometri in fuga e cinquanta tondi tondi di attacco solitario! Completano il podio Derek Gee (Israel Premier Tech) e Filippo Zana (Jayco AlUla).

Invariate le quattro maglie distintive: Andreas Leknessund (DSM) in maglia rosa, Jonathan Milan (Bahrain Victorious) ciclamino, Davide Bais (Eolo Kometa) in azzurro, Thymen Arensman (Ineos) con la bianca. Ma contrariamente a ieri, prime vere scaramucce tra gli uomini classifica, con il leader norvegese che ha rischiato di perdere la leadership e un Roglic che si porta a mezzo minuto di ritardo da Evenepoel!

LA CRONACA

La mattina si apre con il rammarico per due ritiri, tra febbre e covid: Lars Van den Berg (Groupama FDJ) e Filippo Ganna (Ineos). Un’amarezza che si aggiunge a quella per il piattume di gruppo di Campo Imperatore. Oggi però il copione cambia, con una partenza tutta a cinquanta all’ora perché tantissimi vogliono andare in fuga. Fin da Terni è una prova di forza, una sequela di attacchi e gruppetti che si staccano e deformano il plotone: persino Leknessud si fa vedere nel mischione lì davanti!

Scintille di cui fanno le spese tre corridori reduci da fatiche e sofferenze della prima settimana: Samuele Zoccarato (Green Project Bardiani Csf Faizanè), Florian Stork (DSM, uno dei gregari più preziosi di Leknessund) e David Dekker (il velocista dell’Arkea Samsic, finito sulle transenne nel patatrac di Salerno mercoledì) che abbandonano la corsa rosa.

Ecco le fasi di formazione della fuga. Al km 13 vanno via Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee (Israel Premier Tech), Ben Healy (EF) e Carlos Verona (Movistar). Al km 47, appena prima del traguardo volante di Foligno che ha indotto Jonathan Milan e le squadre degli aspiranti ciclamino a forzare per ricucire, si unisce a loro Toms Skujins (Trek Segafredo). Al km 67, mentre il gruppone accenna finalmente a schierarsi per lasciar andare, evadono Alessandro Tonelli (Green Project Bardiani Csf Faizanè), Filippo Zana (Jayco AlUla), Mattia Bais (Eolo Kometa), François Bidard (Cofidis), Samuele Battistella (Astana) e Alessandro Iacchi (Corratec Selle Italia). Al km 74, sparata solitaria di Warren Barguil (Arkea Samsic) che si aggrega a costoro, e al km 81 ricongiungimento definitivo.

Avete fatto bene i conti? Dodici uomini al comando nel pianeggiante segmentone umbro per andare a giocarsi la vittoria poi sui muri marchigiani. Anzi no, tredici! Sì perché nel frattempo Oscar Riesebeek (Alpecin Deceuninck) completa un’iniziativa personale e si accoda al drappello. Sarà la fuga ad arrivare in fondo, e oggi è giustissimo così.

La contesa si decide nei cinquanta chilometri finali, col circuitino attorno a Fossombrone. E si verifica subito l’episodio clou: sul primo muro dei Cappuccini [2 km al 12%] Ben Healy saluta e se ne va. Pure nel gruppo principale accade un fatto significativo: le attese Ineos e Jumbo Visma iniziano a fare sul serio, e in un batter d’occhio si ritrovano in trenta. Uomini classifica e qualche gregario, stop. Sul successivo monte delle Cesane [7 km al 7%] l’irlandese dilata il vantaggio oltre il minuto e mezzo e alle sue spalle gli ex compagni d’avventura si dimezzano. Restano infatti in cinque a inseguire: Warren Barguil, Carlos Verona, Derek Gee, Filippo Zana e Mattia Bais, coi due italiani a litigare per i cambi.

Fuoco e fiamme, infine, sull’ultimo muro dei Cappuccini. Healy supera i due minuti di vantaggio e si gode i successivi sei chilometri di picchiata e passerella vincente: dopo le ottime prestazioni tra Coppi&Bartali, Larciano e classiche del nord, un’altra soddisfazione italiana per il classe 2000 irlandese. Alle sue spalle, Bais e Verona cedono il passo e lasciano Gee, Zana e Barguil a contendersi le due posizioni su tre rimaste sul podio.
Contemporaneamente, nel plotoncino dei big assistiamo a un inatteso spettacolo. Primoz Roglic accelera all’insù e fa uno slalom gigante all’ingiù: con lui riescono a stare solo Tao Geoghegan Hart e Geraint Thomas. Non a caso, i due squadroni che hanno preso in mano la situazione. Un piccolo vuoto dietro al quale giungono Vine e Almeida, Caruso e Haig, Sivakov, Dunbar ed Evenepoel. Ancor più staccati Vlasov e Leknessund. Ulteriormente in ritardo Aurelien Paret-Peintre, Pozzovivo, Uran, Arensman, arrivati insieme a Pinot e Fortunato.

Risultato: Remco prende 20 secondi a Leknessund e si prepara a strapparli la maglia rosa nella cronometro cesenate di domani. Il campione del mondo però si vede piombare alle spalle un Roglic che, insieme naturalmente a Tao e Mister G, gli ha rosicchiato oggi 14 secondi riducendo il ritardo nella generale a 30”. Il lotto degli uomini classifica propriamente detti si riduce a una quindicina di uomini.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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