Bloccata alle Canarie per il Covid. La sommese Gorlini torna a casa dopo 4 mesi

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SOMMA LOMBARDO – Bloccata per 4 mesi alle Canarie a causa del lockdown, oggi, 29 giugno, la sommese Barbara Gorlini rientra finalmente in Italia. Torna a casa da Tenerife con un volo di Neos, dopo mesi di incertezze e restrizioni. «Ero in viaggio per gli Usa, dovevo fermarmi qui qualche giorno e sono diventati 4 mesi», ha dichiarato. «Rientrare è risultato praticamente impossibile, con tante richieste di italiani e un’organizzazione non perfetta». Un problema che si estende anche ad altri fattori. Non ultima un’importante urgenza familiare che rendeva prioritario il suo rientro. Motivo che non sembra sia bastato a garantirle un ritorno in tempi brevi. Fra una gestione non ritenuta all’altezza dell’emergenza e pensieri rivolti alla famiglia, Gorlini torna a casa e racconta la sua esperienza.

Organizzazione lacunosa

«Non si può gestire un’emergenza così importante senza strumenti adeguati», spiega Gorlini, nota anche a Sesto Calende come digital communication & marketing manager della sua azienda Web Creativi e organizzatrice di numerosi eventi del distretto del Commercio Nord Ticino Malpensa. «I voli erano saltuari e venivano annunciati senza preavviso da Neos e dalla Farnesina, causando una vera e propria caccia al posto libero». Tutti cercavano di guadagnarsi un biglietto per rientrare a casa. «Ho contattato il consolato per avere un rimpatrio immediato, giustificando la richiesta per gravi motivi familiari: non ho ricevuto nessuna priorità». La gestione della situazione non ha convinto la sommese, che sottolinea invece l’atteggiamento della Germania nei confronti dei suoi cittadini sull’isola: «Avevano voli regolari tutte le settimane, in un giorno stabilito. Inoltre potevano andare e tornare per esigenze personali certificate». Oggi rientra in Italia con l’ultimo viaggio messo a disposizione dalla Farnesina. Dalla prossima settimana i voli torneranno ad essere regolari.

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Prezzi alle stelle e l’era (poco) digitale

Tra le numerose conseguenze anche il rincaro dei prezzi dei voli, che si sono triplicati rispetto ai costi di base in questo periodo. «Se dalla settimana prossima si tornerà a spendere di nuovo intorno ai 120-130 euro, negli ultimi mesi si è arrivati a pagare sui 390 euro, in accordo con Neos e Farnesina», commenta Gorlini. «Sull’isola si sono poi raggiunti picchi di 500 euro nelle agenzie, che avevano imposto ulteriori commissioni sugli acquisiti». A subire di più sono stati gli anziani, poco pratici a utilizzare mezzi digitali per prenotare e quindi nelle mani delle agenzie di viaggio. Lo spunto giusto per approfondire la gestione dell’Italia dell’emergenza da un punto di vista tecnologico. «Sento parlare molto dell’era digitale, ma l’Italia è indietro e non c’è innovazione tecnologica che possa aiutare in queste situazioni», insiste la manager di Web Creativi. «Per questo motivo molte persone si sono sentite poco interessanti agli occhi del Paese, come defraudate del loro diritto di tornare a casa». Ultima nota, questa volta positiva: Gorlini rende noto che il volo di rimpatrio effettuato da Neos è stato operato in maniera puntuale e con tutti gli standard di sicurezza, assicurando il distanziamento sociale anche se non più obbligatorio.

«Una curiosità: perché non è venuta a prenderci Alitalia?»

Barbara Gorlini è rientrata in Italia con Neos, una compagnia aerea privata. E si pone qualche domanda. «Perché non è venuta a prenderci Alitalia? Perché gli italiani all’estero non sono stati rimpatriati in collaborazione con la nostra ex compagnia di bandiera? È sovvenzionata dallo Stato ed è stata sostenuta per anni. Ma non ci ha aiutato. Perché? È una curiosità che vorrei soddisfare».

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