I “Fratelli” vincono le Europee ma in provincia di Varese perdono i sindaci

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VARESE – “Fratelli” infelici e contenti? Trionfano in Europa ma sbattono contro il muro dei Municipi. Ci hanno provato, in modi diversi, a Sesto Calende, a Gavirate, a Carnago, a Solbiate Olona, a Caronno Varesino, a Maccagno, ma niente. Ora rimane solo Malnate al secondo turno per poter festeggiare un sindaco di Fratelli d’Italia eletto alle urne nella provincia in cui il partito di Giorgia Meloni alle europee viene votata praticamente da un elettore su tre.

Forse è questo l’unico tratto comune di una tornata elettorale amministrativa in cui è difficile trovare una vera e propria chiave di lettura politica. Troppe le sfaccettature dietro ad ogni sfida. Troppi “ma” che smentiscono ogni plausibile “segreto del successo” elettorale. Per dirne una, è vero che resta importante il peso delle liste civiche, soprattutto nei comuni medio-piccoli, ma nelle partite più “grosse” sono ancora il centrodestra e il centrosinistra “ufficiali” a farla da padrone. A Tradate le due coalizioni (seppur in assetto non convenzionale, come dimostra l’apparentamento di Azione con il sindaco leghista Bascialla) si sono sfidate al primo turno come fosse un ballottaggio, mentre a Samarate (a sorpresa, visto che cinque anni fa al primo mandato Enrico Puricelli aveva sbaragliato una concorrenza molto simile senza aspettare il secondo turno) e a Malnate hanno “scansato” gli avversari fratricidi e si confronteranno tra due settimane in un testa a testa in perfetto stile bipolare. Puricelli e Alessandro Ferrazzi a Samarate, la Dem Nadia Cannito e il “Fratello” Sandro Damiani a Malnate. Sfide apertissime.

Un altro esempio? A Cardano al Campo il centrodestra ricompattato ha sbattuto contro il muro della riedizione del già testato “campo largo” che aveva governato ai tempi di Mario Aspesi e Laura Prati, mentre a Gorla Minore il centrodestra con Fabiana Ermoni è riuscito (complice, forse, lo strappo consumatosi con la vicesindaco uscente Beatrice Bova) ad interrompere la “striscia” vincente delle civiche di centrosinistra, che si chiude con il doppio mandato di Vittorio Landoni. A Sesto Calende il centrodestra ha cambiato cavallo (il “Fratello” Boatto invece dell’azzurro Buzzi) ma non ha potuto frenare la riscossa delle opposizioni unite sotto il segno di Betta Giordani, prima donna sindaco, mentre invece a Cavaria con Premezzo l’uscente in quota Lega Franco Zeni ha travolto il suo predecessore Ruggero Busellato che si presentava come federatore di due gruppi di opposizione. A Gavirate la civica moderata sostenuta da Forza Italia di Massimo Parola, lista nata in continuità con il sindaco uscente Silvana Alberio, ha resistito alla “tenaglia” tra il centrodestra di Simone Foti e il centrosinistra di Gianni Lucchina, invece a Caronno Varesino la spaccatura tra i “Fratelli” ha favorito la candidata civica Mariarosa Broggini. Ad Arsago Seprio il “sindaco per sempre” Claudio Montagnoli è tornato in sella scalzando dopo un solo mandato il civico sponsorizzato dal centrodestra Fabio Montagnoli, mentre a Besnate la divisione del fronte del centrodestra tra Andrea Bori e Nadia Dal Secco ha premiato il sindaco uscente, già segretario provinciale del PD, Gianni Corbo, che si è “aggiudicato” il terzo mandato. Al centrodestra il ribaltone è riuscito a Gazzada Schianno, con Stefano Frattini vincitore, e a Vedano Olona, dove la continuità del centrosinistra con il vicesindaco Vincenzo Orlandino non ha avuto successo e il nuovo primo cittadino è Sergio Mina . A Viggiù l’ex “lombarda ideale” Emanuela Quintiglio, che fa parte della maggioranza di Marco Magrini in Provincia di Varese, è riuscita a strappare la riconferma, invece a Comabbio l’altra consigliera provinciale Marina Rovelli, è stata stoppata dal civico di orientamento centrodestra Mariolino Deplano.

Poi ci sono dinastie che continuano, come quella di Mattia Premazzi a Venegono Inferiore e quella di Oreste Battiston a Solbiate Arno, ultimi eredi di gruppi politici che governano dai tempi della Prima Repubblica. E i grandi ritorni degli ex. Ci sono riusciti, da diversi schieramenti di partenza, Marco Scazzosi a Marnate, Gunnar Vincenzi a Cantello e Giorgio Piccolo a Cuveglio, non invece Giorgio Volpi a Olgiate Olona e Fabrizio Taricco a Carnago, ma nemmeno Maurilio Canton a Cadrezzate. E potremmo continuare citando ciascuno dei 77 Comuni che hanno rinnovato il sindaco, senza trovare un vero filo conduttore, perché ogni comunità è a sé. Ed è il bello della politica fatta dal basso. Non a caso sempre più lontana da quella “grande” che infatti allontana i cittadini, come dimostra la partecipazione sotto al 50% alle elezioni europee.

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