I sindacati al Prefetto di Varese: «Tamponi nelle RSA e mascherine nelle fabbriche»

 Sinti gallarate prefettura

VARESE – Le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil della provincia di Varese incontrano il Prefetto e lanciano l’allarme sul «crescente numero di lavoratori contagiati, sia nella sanità sia in altri settori, compresi gli appalti. Mancano dispositivi di protezione individuali sui luoghi di lavoro e servono tamponi e precauzioni nelle strutture residenziali per anziani e disabili».

Il faccia a faccia (a distanza)

Uno scambio di vedute, rigorosamente in videoconferenza, tra i segretari generali territoriali della “Triplice”Umberto Colombo della Cgil, Roberto Pagano della Cisl e Antonio Massafra della Uil – e il Prefetto di Varese Enrico Ricci, per fare il punto sull’emergenza coronavirus in provincia di Varese e vigilare sul rispetto dell’ultimo Decreto della presidenza del consiglio sullo stop alle produzioni “non essenziali”, visto che il rappresentante del governo sul territorio ha il controllo sui dati relativi alle aziende che continuano ad operare nelle lavorazioni essenziali. «Occorre limitare in questi giorni la presenza nei luoghi di lavoro – secondo i sindacati – su questo punto le categorie sindacali dell’industria ed in particolare le RSU e RLS sono continuamente impegnate a vigilare e a verificare che i decreti vengano rispettati».

Chiudere i supermercati la domenica

Ma i tre leader sindacali hanno posto all’attenzione del Prefetto tutti i problemi e le emergenze che hanno riscontrato nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, in tutti i settori, dalla manifattura ai trasporti, dal commercio (chiedendo la chiusura domenicale della grande distribuzione per poter sanificare gli ambienti e permettere turnazioni accettabili) alla scuola, dagli enti locali e pubblica amministrazione ai lavoratori frontalieri. Anticipando anche i contenuti di una lettera che verrà inviata alla Prefettura nonché al direttore generale di Ats Insubria, Lucas Maria Gutierrez.

Servono DPI

«Per quanto riguarda la sanità – dichiarano Colombo, Pagano, Massafra – abbiamo chiesto la revoca della disposizione di Regione Lombardia di autorivelazione della temperatura basale di medici e infermieri e autocertificazione dello stato di salute. Servono tamponi per tutto il personale medico e infermieristico. Abbiamo poi denunciato il crescente numero di lavoratori contagiati, sia in sanità sia in altri settori (compresi gli appalti) e l’insufficiente presenza, se non addirittura la totale mancanza, di dispositivi individuali di protezione.  Situazione di non rispetto del Patto per la Sicurezza che mette a repentaglio la salute e la vita di lavoratrici, lavoratori e cittadini».

Allarme RSA

È in particolare gravissima la situazione creatasi all’interno delle RSA, delle RSD e delle altre strutture socio-sanitarie della provincia, e la criticità che affronta il personale sanitario, assistenziale, dei servizi di pulizia e preparazione pasti, a seguito dell’emergenza Covid-19. «Nonostante da settimane le RSA e le RSD siano in autoisolamento, con il divieto assoluto di accesso ai parenti, le persone si ammalano lo stesso e muoiono – sostengono i segretari di Cgil-Cisl-Uil, invocando la vigilanza del Prefetto – non solo: a fronte di sintomi evidenti accertati dai medici delle strutture, i tamponi non vengono eseguiti e gli ospedali non eseguono il ricovero delle persone provenienti da RSA e RSD con sospetto Coronavirus. Una situazione in contrasto con quanto prescritto dall’Istituto Superiore di Sanità, che indica in caso di sospetto Covid-19 la segnalazione al servizio d’igiene pubblica per essere sottoposto a tampone naso-faringeo. «Abbiamo chiesto al Prefetto di poter definire una linea d’intervento che metta in campo tutte le risorse disponibili e coinvolga tutti gli attori del territorio, anche a seguito dei protocolli sottoscritti da Ministero della Salute e Governo con le organizzazioni sindacali».

Le richieste del sindacato

Colombo, Pagano e Massafra chiedono poi di intervenire, attraverso una sorveglianza attiva, sulla distribuzione e l’uso dei DPI in tutte le realtà sanitarie, sociosanitarie e assistenziali, anche predisponendo gli opportuni controlli, e di predisporre di concerto con l’ATS Insubria una campagna di tamponi “a tappeto”, su operatori, ospiti e pazienti, da ripetersi nel tempo, per avere una fotografia sempre aggiornata della situazione, ma anche di ricevere informazioni sul numero dei contagiati e/o sospetti e dei decessi nelle singole RSA, RSD e altre strutture socio-sanitarie, nonché di requisire, come prevede il Decreto Cura Italia, strutture idonee sul territorio.

sindacati varese prefetto coronavirus – MALPENSA24