Il Sistema Sanitario Nazionale e la sfida della cronicità: parla Gutierrez (ATS)

lucas gutierrez ats

ORTA SAN GIULIO – Criticità e strategie della sanità di fronte ai problemi della cronicità in aumento: le ha delineate Lucas Maria Gutierrez, direttore generale dell’ATS Insubria, intervenuto oggi, sabato 26 ottobre, al congresso delle Giornate Cardiologiche del Centro Cuore Milano Malpensa in corso all’hotel San Rocco.

Equilibrio complesso

«Alla ricerca di un equilibrio complesso tra cambiamenti demografici e sociali e cronicità»: questo l’obiettivo dello speech che il numero uno dell’Agenzia di Tutela della Salute delle province di Varese e Como ha rivolto ai presenti nell’ambito della prima sessione del congresso, dedicata al management della sanità a 41 anni dalla nascita del Servizio Sanitario Nazionale. Gutierrez ha messo in luce il «rischio di contrazione dell’offerta», snocciolando numeri che mostrano una riduzione significativa di risorse, soprattutto quando fa notare come tra il 2010 e il 2019 il bilancio del Servizio Sanitario Nazionale ha segnato «meno 37 miliardi di euro». Attualmente in Italia «la sanità assorbe il 6,6% del PIL ma la filiera della salute, tra pubblico e privato, arriva al 10,7% del PIL», pesando per il 10% sull’occupazione nazionale, «terza industria del Paese dopo quelle alimentare ed edilizia». Ancor più emblematico è il confronto a livello di Unione Europea in termini di spesa sanitaria: «Oggi siamo più vicini ai Paesi dell’allargamento a Est che non ai Paesi comunitari ante-1995».

Eppure le statistiche internazionali, come l’ultimo report Bloomberg Health Care Efficiency, segnalano le «ottime performance del SSN, quarto nel mondo per efficienza, in Europa secondo solo alla Spagna». Anche la crescita delle aspettative di vita va di pari passo con un «trend di ospedalizzazione in diminuzione, perché il sistema funziona meglio». E anche i tassi di cronicità degli over 65 sono in diminuzione, «dal 45,6% del 2013 al 44,2% del 2016 – sottolinea il direttore generale dell’ATS Insubria – significa che i cronici aumentano (per via dell’invecchiamento della popolazione), ma meno che nel passato». Un altro segnale tutto sommato confortante.

Le criticità

Poi ci sono anche le criticità, come il blocco dei turnover che ha fermato il ricambio in sanità, abbinato ad un «imbuto formativo» che sta creando problemi di organico nelle strutture ospedaliere, come si sta notando anche sul nostro territorio. «Aumenta l’età media degli operatori e creerà problemi quando il personale andrà in pensione». Anche qui, un dato che parla da solo: «Tra 10 anni saranno ben 80676 i medici che andranno in pensione, senza una garanzia di ricambio». Sulla popolazione anziana ci sono ancora delle difficoltà da superare. Nell’ambito del “long term care” «la media dell’assistenza domiciliare è di appena 17 ore all’anno a livello nazionale», mentre gli accessi al Pronto Soccorso mostrano come si debbano ancora fare dei passi in avanti. «Nell’ATS Insubria sono per il 17,3% ripetitivi, “frequent users”, la più parte dei quali anziani e cronici – segnala Lucas Maria Gutierrez – significa che se il sistema di presa in carico risposte più adeguate problema sarebbe meno significativo».

Le strategie

Quali strategie per affrontare i problemi della sanità? Gutierrez ha mostrato di avere le idee chiare fin da quando ha assunto l’incarico di Dg e oggi alle Giornate cardiologiche ha elencato alcune possibili strade da percorrere. A partire da una necessaria «semplificazione amministrativa e dei percorsi di accesso», per passare ad una «ricomposizione dell’offerta», oggi rappresentata da «un arcipelago di servizi che il cittadino non è in grado di utilizzare in pieno». E ancora, il «superamento del sistema dei DRG a favore di sistemi pay per performance» e la «collaborazione pubblico/privato da migliorare, visto che oggi la normativa crea grossi vincoli». Infine, la necessità di «sviluppare competenze e professionalità», come quelle di tipo infermieristico, «per garantire una gestione del cronico a livello territoriale».

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