Basterebbero le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa all’omelia della notte Santa a Betlemme per rispondere a chi, sui social o telefonandoci, ha giudicato inopportuna o addirittura blasfema la vignetta di Valerio Marini pubblicata da Malpensa24: una natività con, al posto del Bambinello, una bomba. “Chiediamoci, dov’è il Natale quest’anno?” ha domandato con tono accorato il patriarca di Gerusalemme.
Dov’è il Natale in quella terra martoriata dalla guerra, Terra Santa, ora dominata dal dramma, vuota di pellegrini, come se, appunto, si fosse smarrito il valore dello straordinario evento. Con la popolazione della vicina Striscia di Gaza sotto i bombardamenti israeliani a causa del pogrom effettuato da Hamas all’inizio di ottobre. Le immagini di devastazione e sofferenza che ci arrivano da laggiù non hanno bisogno di commenti.
Ma se il grido angosciato di Pizzaballa non fosse sufficiente a testimoniare l’inquietudine del momento possiamo ricordare il presepe allestito dalla Chiesa cattolica, sempre a Betlemme, nella Piazza della Mangiatoia: Gesù, nato tra la macerie, è avvolto in un sudario bianco, come a Gaza si seppelliscono i bambini assassinati dalle bombe. Una provocazione, una scossa alle nostre coscienze, un appello chiaro, ineludibile, affinché si ritrovi il senso delle cose, della convivenza. Un Salvatore che nasce e viene avvolto in un sudario, e proprio a Betlemme
Dov’è il Natale? La stessa domanda che si pone Valerio Marini con la sua vignetta: nella Terra di Gesù, quest’anno, sono nate le bombe. Per chi non ne intendesse il significato ascolti per intero l’omelia del cardinale Pizzaballa. E poi giudichi. Potrebbe accorgersi che lo scandalo sono i bombardamenti, i morti, i feriti, i bambini uccisi, gli israeliani tenuti in ostaggio e tutto ciò che ne consegue. Altro che una vignetta che ci obbliga a riflettere.
