Il sogno infranto di Air Italy e l’ingiustizia di 1453 licenziamenti

malpensa air italy licenziamenti

Ciascuno di noi proviene da una delle tre diverse compagnie (Meridiana, Eurofly, Air Italy) successivamente fuse in un’unica realtà….Dal 2014 al 2016, con la partecipazione attiva del governo Renzi, sono stati licenziati con lacrime e sangue 911 lavoratori, un piano somministrato come unica medicina efficace per il rilancio della compagnia.

L’illegalità dei licenziamenti era talmente lampante che, con tempistiche diverse ed enorme sofferenza emotiva ed economica dovuta a sacrifici per i costi legali, tutti i lavoratori hanno vinto la causa del reintegro.

Oltre ai licenziamenti, i nostri azionisti hanno imposto un contratto che ci obbligava a significative decurtazioni economiche e normative conquistate negli anni minacciando altrimenti la chiusura.

I sindacati, viste le circostanze, avallarono l’accordo credendo nel progetto di rilancio prospettato dall’azienda.

Due anni difficili di lavoro, vessazioni, di ricatti al personale con promesse di sviluppo.

Nel 2018 con una conferenza in pompa magna Qatar airways entra in società come socio di minoranza al 49% prospettando alla stampa, ai dipendenti ed agli italiani di sviluppare una delle più grandi compagnie europee. 10.000 posti di lavoro, rotte globali, comfort d’eccellenza per i passeggeri, sviluppo dell’hub  di Malpensa e tantissime altre premesse per una compagnia Major, ma, gli aerei erano inadeguati, il personale sotto organico, le rotte che venivano aperte con grandi lanci pubblicitari e chiuse poco dopo, destinazioni lanciate e mai aperte, biglietti messi in vendita come sperimentazione e molto altro.

Furono sostituite figure dei vertici aziendali con uomini di fiducia provenienti da Qatar Airways ed in breve tempo abbiamo assistito alla cessione di nostri voli a compagnie estere così come alla creazione di compagnie ad hoc con sede all’estero che operavano voli al posto nostro, togliendo ore volo e lavoro a noi dipendenti Air italy e gonfiando le casse estere impoverendo quelle Italiane.

La situazione veniva ampiamente denunciata al governo da tutte le parti sociali  in quanto il governo aveva l’onere, sottoscritto nell’accordo capestro, di garantire e vigilare sull’attuazione del piano di rilancio; appelli che non hanno mai ricevuto risposta, grida di allarme inascoltate in un momento in cui, forse, le cose, avrebbero potuto prendere un’altra piega anziche mandare sul lastrico migliaia di lavoratori considerando l’indotto che Air Italy generava.

Badate bene, la chiusura non è stata fallimentare ma è avvenuta con una liquidazione “in bonis”, fattispecie mai vista nella storia dell’aviazione civile italiana. Questa formula sta permettendo loro di chiudere tutto pagando i creditori ma soprattutto li esonera dal mostrare i libri contabili, condizione che li avrebbe evidenziato la cattiva gestione aziendale.

Sconvolti, noi lavoratori organizzavamo assemblee, richiamavamo l’attenzione degli organi di stampa, l’attenzione dell’opinione pubblica e indicevamo grandi manifestazioni per dimostrare lo scempio al quale siamo stati sottoposti.

Poi il Covid, con i conseguenti Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri Conte, bloccava i licenziamenti ad oltranza fino ad arivare al 18 agosto scorso, quando un nuovo decreto ci include nelle categorie dei “licenziabili”.

Quando restano meno di 60 giorni di concertazione sindacale prima che il licenziamento possa avere luogo  ci risuonano ancora in mente le parole della Ministra Nunzia Catalfo pronunciate in una telefonata ascoltata da una collega mentre viaggiava in treno, mai smentita dalla stessa e alle cui parole non sono mai state recapitate delle scuse: “Io di Air Italy non so niente […] non ce li voglio quelli sotto casa mia” il ministero del lavoro.

Dopo pochi giorni ci convocava e dichiarava che il governo ci avrebbe erogato 10 mesi di cassa integrazione perché saremo rientriati nel decreto “cura Italia” e che di concerto con gli altri ministeri preposti (sviluppo economico e trasporti) si sarebbero impegnati per garantire una ricollocazione dei dipendenti. Parole che entusiasmavano i nostri cuori anche in vista del più ampio progetto di creazione della NewCo TAI (Trasporto Aereo Italiano) che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto inglobare tutte le realtà dell’aviazione civile italiana in crisi quindi Alitalia, Airitaly, e altre piccole compagnie. Progetto che doveva essere portato avanti dalla ministra De Micheli che ripeteva “alcuni asset air italy” come un mantra quando parlava della NewCo assieme al nuovo concetto di rivoluzione “trasportistica” dei cieli. Non avremmo mai immaginato che sarebbe stata l’ennesima trappola ai danni di lavoratori già messi al muro.

Qual’è la situazione ad oggi?  Dopo mesi di assenza, i liquidatori Air Italy cominciano a convocare una serie di incontri in teleconferenza con le parti sociali e la sintesi riportata da tutte le sigle sindacali è unanime: “Siamo sotto ricatto”

Le condizioni proposte dall’azienda sono un’offesa alla dignità dei lavoratori dipendenti in quanto intendono sfruttare il periodo di cassa integrazione per sottrarci soldi. Sappiamo che sembra paradossale ma tanto è, in quanto, la società richiede che “i licenziamenti vengano comminati durante il regime di CIGS” privandoci di fatto dell’indennità di mancato preavviso di licenziamento e che “nessun onere a carico aziendale qualora la CIGS dovesse venir meno per qualsiasi ragione durante la fruizione e quindi libertà di procedere ai licenziamenti al verificarsi di qualsiasi impedimento.”

Noi lavoratori Air Italy non possiamo sottacere a quella che è letteralmente una ingiustizia ed un accanimento verso noi dipendenti in quanto nonostante il governo abbia stanziato 800 milioni nel decreto Marzo – tra aiuti alle compagnie e rifinanziamento del fondo – 200 milioni nel decreto Agosto  – proprio per la cassa integrazione Air Italy – ed ulteriori 3 miliardi di Euro per la costituzione della NewCo TAI,  ci ritroviamo ad essere derubati, prima come dipendenti e poi come cittadini. Da un lato l’azienda vuole privarci dell’indennità per il licenziamento e dall’altro il governo considera – entro i nostri confini – i dipendenti Alitalia come possibile soluzione per la NewCo,  mentre dall’altro lato si fa in quattro – in Europa – per far figurare la TAI come discontinua da Alitalia e stiamo parlando di denaro pubblico che in quella continuità ha già perso miliardi di euro negli anni.

Pari opportunità per tutti e rispetto dei diritti dei lavoratori sembrano mete irraggiungibili in quest’era in cui i ricavi vengono privatizzati e le perdite vengono socializzate.

In chiusura esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di tutti quei lavoratori italiani che si trovano nelle nostre medesime condizioni e che sappiamo essere in tantissimi.

Un gruppo di Lavoratori Air Italy

Air Italy, già chiusi i voli per l’India. E il Malpensa-Chicago slitta al 2020

Air Italy licenziamento lavoratori – MALPENSA24