Truffa di Induno. Il pm: «Nessun abuso per Cavallin. Vada a processo per omissione»

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INDUNO OLONA – Truffa ai danni del Comune di Induno Olona: la procura chiede l’archiviazione dell’accusa di abuso d’ufficio a carico del sindaco Marco Cavallin (nella foto). Per il secondo capo di imputazione contestato, omessa denuncia, il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha invece chiesto il rinvio a giudizio a carico del primo cittadino. Il Gip deciderà su entrambe le richieste. Lo spiega lo stesso Cavallin in una nota divulgata alla stampa e in seguito pubblicata sul profilo Facebook istituzionale del primo cittadino. L’indagine, che vede Cavallin indagato per reati del tutto marginali rispetto al cuore della vicenda, aveva portato, nel novembre 2019, all’arresto di tre persone (tra cui anche un funzionario comunale in servizio ad Induno) accusate a vario titolo di corruzione, truffa aggravata, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato, abuso d’ufficio, riciclaggio, emissione e utilizzo di false fatture. L’accusa parlò di mazzette in cambio di appalti per un valore di 110mila euro: questa parte d’inchiesta non vede però coinvolto il primo cittadino. Cavallin dall’inizio dell’inchiesta non è ancora stato sentito dagli inquirenti.

La nota del sindaco

In relazione alle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il comune nello scorso novembre 2019, ritengo doveroso e corretto, come ho sempre fatto, aggiornarvi sulla mia situazione personale. Pochi giorni fa mi è stato notificato un avviso di chiusura indagini preliminari, da parte della Procura della Repubblica di Varese. Dopo lunghe e dettagliatissime indagini, la Procura della Repubblica ha escluso ipotesi di qualsivoglia mia corresponsabilità nei gravi reati che alcuni hanno commesso a danno del nostro comune, chiedendo al Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione di questa ipotesi di reato. Nel documento apprendo tuttavia che mi viene invece contestato di non avere sporto denuncia nei confronti del dipendente comunale reo – secondo la medesima Autorità – di avere commesso quei reati. Nel rispetto della riservatezza che deve accompagnare le indagini giudiziarie, tengo a precisare la mia totale estraneità a quest’accusa. Finalmente adesso avrò la possibilità di presentare la mia versione dei fatti, confidando sempre nel lavoro della magistratura. Per quanto l’ipotesi rimasta, contemplata dall’art. 361 C.P., sia sanzionata con una multa da 30 a 516 euro, è fondamentale per me che sia chiaro ed inequivoco che la mia serenità deriva dall’assoluta certezza di non avere nessuna responsabilità in questa vicenda. Anche se si tratta di un contestazione per così dire ‘minore’, nessuna ombra anche lieve può rimanere in ordine alla mia correttezza e sono certo di poter dimostrare in modo cristallino quanto vi ho appena detto. Tanto dovevo nella linea di assoluta trasparenza comunicativa che da sempre perseguo; sono certo che capirete anche che – stante la delicatezza della questione – non rilascerò in questa sede e in questo momento ulteriori commenti.
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