Mazzette in cambio di appalti: terremoto a Induno. Tangenti per 110mila euro

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INDUNO OLONA – Un centinaio di finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa del tribunale di Varese, nei confronti di tre uomini ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato, abuso d’ufficio, riciclaggio, emissione e utilizzo di false fatture. «Si tratta di due imprenditori e di un funzionario di un comune del nord della provincia di Varese», ha spiegato il generale Marco Lainati, comandate provinciale della Gdf Varese. Misure restrittive in carcere riguardano un funzionario del Comune di Induno Olona (anche se gli inquirenti ufficialmente, su input della procura, non hanno voluto fornire ufficialmente il nome del Comune coinvolto) ed un agente di commercio varesino di un’impresa coinvolta. La legale rappresentante di un’azienda di Varese risulta invece ai domiciliari.

Un danno al Comune da 160mila euro

Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla Compagnia di Gaggiolo e coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese – avviate a gennaio del 2019 – hanno messo in evidenza un articolato sistema corruttivo, attuato tra un pubblico funzionario ed alcuni imprenditori ai danni del Comune. In particolare è stato accertato che il dipendente pubblico, in cambio di denaro o altre utilità (buoni per l’acquisto di viaggi all’estero, abbigliamento, prodotti hi-tech, attrezzatura per praticare l’equitazione ed una cuccia per il cane) per un totale di circa 110mila euro, ha manipolato, sistematicamente, le gare e le procedure di appalto, assegnando, illecitamente, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di opere pubbliche, truffando l’ente locale. Basti pensare, ad esempio, che, in una arco temporale di circa 18 mesi, sono emerse forniture per oltre 700 tonnellate di catrame per il rappezzo del manto stradale, pagate con denaro pubblico all’azienda fornitrice ma in realtà mai consegnate, causando al Comune un danno economico stimato pari a circa 160 mila euro.

Tutti al servizio del funzionario infedele

Per non destare sospetti il funzionario infedele era solito incontrare gli imprenditori collusi dentro gli spogliatoi degli operai. In questi locali, al di fuori da sguardi indiscreti, è stato documentato il passaggio del denaro e dei beni richiesti, a fronte dell’illecita assegnazione dei lavori pubblici. «Qui – ha proseguito Lainati – sono stati raggiunti gli accordi per la  predisposizione dei falsi documenti amministrativi e fiscali necessari sia per truffare il Comune che per riciclare il denaro delle mazzette, denaro che veniva accantonato attraversi falsi pagamenti di forniture di beni mai realizzate». Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che, per far fronte al modus operandi, venivano usate società cartiere, in quanto prive di una reale struttura aziendale ed imprenditoriale, società riconducibili a prestanomi ed utilizzate al solo fine di emettere false fatture.  Nei confronti della legale rappresentante di un’azienda appaltatrice, la quale come detto è agli arresti domiciliari, è stato riscontrato che alcuni suoi dipendenti, invece di essere impiegati per l’esecuzione di lavori pubblici di ristrutturazione, svolgevano mansioni alle dipendenze del funzionario comunale per la gestione e manutenzione della sua tenuta agricola.

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